Ci risiamo, la Roma sembrava guarita a Napoli e invece dopo il deludente pareggio subito in rimonta contro l’Austria Vienna, quello dei giallorossi resta un caso da “psicoanalisi“. Spalletti l’ha liquidata così: «Siamo un po’ faciloni, involontariamente ce la prendiamo un po’ comoda e quando trovi avversari che non hanno nulla da perdere paghi quel metro fatto in meno». Ma come ogni caso clinico, meglio una più profonda analisi. Sarà anche una questione di equilibrio, perché non è la prima volta che la Roma subisce rimonte (vedi Cagliari e Fiorentina), ma non va sottovalutato il fatto che Spalletti da inizio stagione è costretto a utilizzare sempre gli stessi uomini. L’analisi dei gol subiti resta impietosa anche quando i giallorossi hanno saputo farne più degli altri, come nelle ultime due di campionato con Inter e Napoli. A sentire Szczesny, secondo il quale l’obiettivo deve rimanere «contendere il titolo alla Juve», si tratta di un tema mentale. Così quelle due buone prova con Inter e Napoli «non direi sia merito del buon comportamento della difesa ma dell’equilibrio di tutta la squadra».
PASSIVO PESANTE In 13 match ufficiali finora disputati tra campionato e coppe europee, i giallorossi soltanto in tre occasioni hanno chiuso i 90′ senza subire reti. È accaduto contro l’Udinese alla prima di campionato, con il Crotone nell’infrasettimanale e con l’Astra in Europa League. Per il resto, nelle 10 sfide dove la Roma ha preso almeno un gol il bilancio è di 18 reti subite al netto di 3 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte. Con gli austriaci sul 3-1 il nuovo black out e in due minuti la squadra di Spalletti ha subito altri due gol (compreso il 50° subito in Europa nella gestione americana, forte di sole 4 vittorie in campo internazionale: se non è record poco ci manca…) pareggiando una partita che sembrava ormai in cassaforte. E neanche a dire che il tecnico toscano avesse stravolto più di tanto la retroguardia, rispetto a Napoli la difesa era praticamente la stessa – Florenzi–Manolas-Fazio-Juan Jesus – con l’unico cambio (Alisson al posto di Szczesny) tra i pali. A meno che non si vogliano imputare tutte le colpe al pur non impeccabile portiere brasiliano, allora il problema deve essere più profondo e da ricercare nei singoli o sulla mancanza di alternative. Iniziano forse a pesare, per esempio, gli infortuni a medio-lungo termine di Ruediger, Vermaelen e Mario Rui, tanto che a più riprese Spalletti è stato costretto a utilizzare sempre gli stessi uomini. Per la precisione, gli eroi sono solo cinque, utilizzati senza soluzione di continuità nelle ultime 9 partite tra campionato ed Europa League: gli esterni Florenzi e Bruno Peres, il jolly Juan Jesus e i due centrali, Fazio e soprattutto l’immancabile (8 presenze su 8) Manolas. Per fortuna, domani arriva all’Olimpico il Palermo, squadra con il peggior attacco della Serie A (5 gol) dopo quello dell’Empoli (2). Con la speranza di vedere un Olimpico con più tifosi: «Oggi dispiace sentire la voce del settore ospiti, vogliamo cambiare questa situazione perché vogliamo sentire solo il coro della Curva Sud», spiega il dg Baldissoni a Roma Tv presentando la cerimonia della hall of fame che andrà in scena domani (ore 19) all’Olimpico prima del match.