Antonio Rüdiger è pronto per Spalletti. Il difensore tedesco ha superato ieri il test con la Primavera, è rimasto in campo per 83 minuti contro il Novara, ha segnato un gol, ha dimostrato di essere in buone condizioni. L’allenatore lo aspetta con fiducia, ricordando che il tedesco può essere utilizzato indifferentemente da difensore centrale e da terzino destro. Il tecnico ha annunciato il suo ritorno in organico in prima squadra e la sua convocazione per mercoledì a Reggio Emilia contro il Sassuolo, quando andrà in panchina: «Per la prossima partita viene con noi».
PRONTO A 133 giorni dall’operazione di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, Rüdiger è tornato in campo in una partita ufficiale, giocando da difensore centrale. Ieri ha confermato le sue grandi doti atletiche, quando accelera è difficile contenerlo. Ha fatto un’ottima impressione. Spalletti ha seguito la partita da bordo campo con i suoi collaboratori e alla fine ha chiesto un parere ad Alberto De Rossi. Presenti anche Kevin Strootman, Mario Rui, Balzaretti e il ds giallorosso Frederic Massara. L’ex Stoccarda ha gestito con personalità i primi 45 minuti, quelli più complicati dal punto di vista tattico, spingendo con più intensità nella ripresa. A ripagarlo è arrivata così anche la gioia del gol, sugli sviluppi di un calcio d’angolo: il tedesco ha sovrastato il capitano del Novara, Bove. Grande soddisfazione nel post partita: «Sono molto contento per questa partita. Grazie alla Primavera e a tutti coloro che mi hanno sostenuto. Il ritorno in campo è stata una bella sensazione». Tra questi c’è anche De Rossi che ha elogiato il difensore: «Si è messo a disposizione, sa che l’allenamento gli serve per andare avanti. E’ stato molto disponibile, come lo era stato Strootman».
NEI TEMPI Soddisfatto anche il professor Mariani, che lo ha operato l’11 giugno a Villa Stuart. Sono passati 133 giorni, i top player operati dall’ortopedico sono rientrati negli stessi tempi di Rüdiger: Totti 125 giorni, Insigne 127, Perin 112. Il record è dell’ex romanista Kharja, rientrato dopo 105 giorni. «Sono contentissimo, ma non è una novità, visto che nella mia casistica è normale il rientro in questi tempi. Per un calciatore operato ai legamenti do l’autorizzazione a giocare secondo il nostro standard, a 90 giorni. Da quel momento il pallino è in mano all’allenatore, che deve decidere in base allo stato di forma del giocatore». Fino a poco tempo fa si pensava che fossero necessari sei mesi, oggi si parla di tre: «Dal mio primo intervento a un professionista, da Aldair in poi, per 1200 di calciatori professionisti di tutto il mondo questi sono i tempi, che si possono ottenere solo a Roma. Tutto si gioca in sala operatoria, nel fare una chirurgia con una tecnica perfetta, ma in un tempo molto veloce. Se si riesce a ridurlo da due ore a mezz’ora, per evitare il trauma chirurgico, il giorno dopo il paziente ha il ginocchio operato identico all’altro, senza gonfiore».