(…) Suo figlio è esploso, con l’Inter ha giocato una gara da applausi. Brava la Roma a farselo dare o ingenui i nerazzurri a cederlo nell’ambito di una trattativa per un trentenne? «Credo un po’ ciascuna anche se con il senno di poi è sempre più facile parlare! La Roma aveva posto il veto che se Niccolò non fosse andato nella capitale, Nainggolan non si sarebbe trasferito a Milano. L’Inter pertanto è stata un po’ messa alle corde! Poi, fattore non di poco conto, Spalletti voleva fortemente il giocatore belga, quindi i nerazzurri sono stati costretti a dire di sì».
A parte la somiglianza con il papà, cosa ha preso da lei? (ride) «Io era un agonista, mio figlio è un atleta, sicuramente è molto più bravo e forte di me, ha molto più estro e tecnica ma ha la mia stessa voglia di conquistare il pallone quando ne ha il possesso l’avversario e tanta tanta voglia di correre. Ma diciamo la verità: c’è poco da confrontare perché lui a 19 anni mi ha già stracciato. Già ai miei tempi qualcosa iniziava a cambiare, per come è il calcio oggi se non sei al top a livello sia fisico che mentale non puoi percorrere determinati palcoscenici».
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