«Se qualcuno si è risentito per quel che ho detto mi scuso, ma la mia era solo una battuta in romanesco». Adriano Panatta, ex fuoriclasse del tennis tricolore, non fa marcia indietro sul caso del “sorcio nero”. Ma ci tiene a precisare il senso della frase che ha usato per descrivere il gol del 2-2 di Marco Sau con la Roma a “Quelli che il calcio” su Rai Due: «La mia è solo ironia romana», spiega a L’Unione Sarda. «L’intenzione era quella di elogiare la furbizia dell’attaccante del Cagliari che, come un topolino, è riuscito a far breccia nella difesa giallorossa». Panatta “abbraccia” virtualmente Marco Sau: «È un ottimo calciatore. E il Cagliari non me ne voglia: la Sardegna, dove ho tanti amici, è sempre nel mio cuore».
Ammetterà però che la sua battuta pub prestarsi a fraintendimenti. «Chiamavo sorcio anche Harold Solomon. Perché se ti giravi un secondo, ti fregava. Era l’avversario che ho sconfitto nella finale del Roland Garros nel 1976, ma di lui avevo assoluto rispetto».
Tutto qua? «I social ingigantiscono anche le virgole. Credo che i veri problemi siano altri».
Traduca dal romanesco che cosa ha detto durante “Quelli che il calcio”. «C’erano tre marcantoni della Roma in difesa. Sau li ha beffati. Sorcio nero – lo ripeto – è sinonimo di furbizia. A Roma dare del sorcio significa attribuire a qualcuno la dote della scaltrezza».
Posto che lei ce l’avesse con i giallorossi e non con Sau, non trova che il suo tono abbia tratto un po’ tutti in inganno? «Ho un sacro rispetto degli sportivi. Sau sabato ha compiuto un’impresa incredibile e con lui il Cagliari».
Si stava rivolgendo a una platea nazionale, non solo romana e romanista. «So di essere stato frainteso. Mi dispiace».
Quale insegnamento trae da questa vicenda? «Il calcio è una materia su cui non si può scherzare. Eppure, in fondo, è un gioco».
Sentirà Marco Sau? «Se lo incontrerò, lo abbraccerò. Ho settant’anni: potrei essere suo nonno».
Sa che ha giocato in Nazionale e che ha segnato un centinaio di reti tra i professionisti? «Proprio con la Roma doveva segnare di nuovo! Scherzo, naturalmente».
Come replica al Cagliari, che non ha preso benissimo le sue parole? «Non volevo offendere nessuno».
Lei è pro o contro Di Francesco? «È un bravo allenatore. Ha una squadra che può stare tra le prime quattro-cinque del campionato, ma non si capisce perché la Roma perda concentrazione. Per la Champions penso però che i discorsi siano chiusi».
E il Cagliari, “sorcio nero” a parte, che impressione le ha fatto? «Ha una buona classifica e gli uomini per ottenere una tranquilla salvezza».
Ora che ha chiesto scusa e ricevuto il perdono di un intero popolo, quale accoglienza si aspetta quando verrà in Sardegna? «Vengo nell’Isola in vacanza dagli Anni Sessanta. Prima a Porto Rotondo, da tre anni a Villasimius. Spero mi accolgano sempre con affetto e simpatia».