Il momento felice delle romane è tutto nel sorriso e nei numeri dei loro centravanti. Scrivi Dzeko e Immobile, leggi gol. Segnano quasi in ogni partita, riscattano stagioni opache, fanno sognare i tifosi. Il bosniaco è diventato il simbolo della rincorsa alla Juve che sembrava imbattibile: la Roma invece è lì a due punti, un passo falso della zebra e la lupa l’azzanna. È il capocannoniere del campionato, Dzeko, con 8 gol in 9 gare: «Lo stesso bottino dello scorso anno in 31 partite, è incredibile. Il vero Edin è questo, e non voglio fermarmi», dichiara l’ex City a Roma Radio.
Nessuno tira in porta più di lui nei 5 principali campionati europei: 49 conclusioni, 4 più di Ibrahimovic e 10 più di Cristiano Ronaldo. Messi, per dire, è a 35. Intorno al suo totem ritrovato, l’attacco giallorosso segna a raffica: 32 reti in 14 gare stagionali, con una media di quasi 20 tiri a partita. Dzeko giura che è solo l’inizio: «Adesso ho capito il calcio italiano e funziona tutto meglio, anche l’intesa con Salah: ha firmato 5 gol e non è un attaccante classico, con lui mi trovo bene». Inutile girarci intorno, l’obiettivo della Roma è lo scudetto: «Di sicuro siamo una squadra forte, altrimenti non vinci 3-1 a Napoli. Ma non dobbiamo perdere punti contro formazioni più deboli». Per esempio il Sassuolo dei tanti giovani cresciuti nel vivaio giallorosso: domani a Reggio Emilia la Roma vuole la quarta vittoria consecutiva e tifa Samp, rivale dei bianconeri allo Stadium.
Uno dei concorrenti più insidiosi per il titolo dei cannonieri, Dzeko ce l’ha in casa, insomma nella stessa città: Ciro Immobile è a quota 6 e insegue il bosniaco come altri goleador di razza, cioè Higuain, Icardi e Bacca, oltre all’intruso (ma solo per il ruolo) Callejon, tutti a 2 reti da Re Edin. Che, come Immobile, ha sposato una bellissima modella: Amra la musa di Dzeko, Jessica quella di Ciro. Felici in campo e fuori, i due attaccanti del momento. Il centravanti della Lazio non era mai partito così forte, neanche quando finì per sedersi lui sul trono del gol, nella stagione 2013-‘14 con il Toro: dopo 9 giornate era a due, poi chiuse addirittura a 22. L’altro giorno proprio alla sua ex squadra ha segnato un gol capolavoro, in mezza girata su assist di un Felipe Anderson sempre più convincente. Poi non ha esultato, nonostante lo stadio granata lo avesse tormentato di fischi cattivi dall’inizio: «Una questione di rispetto per i suoi vecchi tifosi», dicono alla Lazio. Non gli hanno perdonato la decisione di cambiare aria. E pensare che, dopo gli Europei, Immobile non trovava squadra. Sembrava il calcio si fosse dimenticato di lui. Non la Lazio, che ci ha creduto e lo ha messo al centro del progetto Europa girandogli in pratica il contratto di Klose (2 milioni netti a stagione più 500mila di bonus facili). Scelta perfetta, la gente lo ama e spera che vada a segno anche contro il Cagliari, domani sera all’Olimpico. Tra l’altro c’è da cancellare la delusione per due partite consecutive che la Biancoceleste avrebbe meritato di vincere e invece ha pareggiato. E così, invece di restarle attaccata, è scivolata a 4 punti dalla Roma e deve rimontare. Dall’altra parte del Tevere, i tifosi giallorossi, dopo tanti insulti, ora osannano Dzeko. Edin però ha capito come funzionano le cose in questa città senza mezze smisure: «Adesso va tutto bene, ma vediamo che succede se non segno per due partite…».