Chissà se ha guardato il calendario: ehi, manca una settimana al ritorno a Empoli. Chissà se è un caso ma respirando l’avvicinamento alla sfida contro i vecchi amici toscani, Leandro Paredes ha giocato la migliore partita della sua vita con la maglia della Roma. E ha reso felice Spalletti, che a Napoli lo aveva ripescato per mancanza di alternative ma adesso lo considera al pari degli altri centrocampisti.
FULCRO – Ha giocato più palloni di tutti, in Roma-Palermo, come si conviene ai registi di qualità e impatto sulle squadre. Ha azzeccato più passaggi di qualunque altro compagno. Ma soprattutto – e qui c’entrano i progressi tattici – ha recuperato più palloni di qualunque altro calciatore in campo: 8, un numero da incontrista o al limite da Strootman, non da playmaker. L’azione dell’1-0 nasce da un suo colpo di testa che ha bloccato il passaggio in uscita di Gazzi.
FELICITA’ – A completare la serata perfetta ha contribuito un ragazzo appena più giovane di lui, il povero Josip Posavec, classe ‘96, che a Palermo considerano un piccolo fenomeno. Preso in Croazia un anno fa per pochi spiccioli, ha concesso alla Roma di salire sulla giostra del gol senza farla scendere. E proprio in occasione del tiro di Paredes, calciato da posizione laterale, ha commesso l’errore più grave.
TEST – Ne è nato il 2-0 della Roma e il primo gol stagionale di Paredes, che in giallorosso aveva già segnato due anni fa durante la gestione Garcia a Cagliari. Ma questo è un gol che vale di più perché sembra meno incidentale: già dall’estate scorsa Spalletti lo faceva esercitare sui calci piazzati, in cerca di un erede di Pjanic. «Mi ricorda Pizarro» diceva l’allenatore, con un’investitura ideale che doveva svelare molto: Pizarro è stato il centro di gravità del suo gioco, sia all’Udinese che nel primo periodo alla Roma. Era un chiaro segnale di stima, ancora più della dichiarazione forte di inizio stagione («Paredes è più forte di Pjanic») che scherzosamente lo stesso Spalletti ha ridimensionato domenica sera («A Pjanic questa cosa non ho avuto il coraggio di dirla…»).