La prolungata e forzata assenza di De Rossi lo ha investito di un onore che in momenti come quello attuale può diventare anche un onere: la fascia di Capitano. Lo sa bene Florenzi, cresciuto nel settore giovanile e diventato calciatore importante in prima squadra con l’esempio davanti agli occhi del numero 16 e prima ancora di Totti. Nell’ultima disfatta – quella europea di Plzen – i gradi sul braccio li ha indossati Manolas, con il jolly di Vitinia inizialmente in panchina. Ma le responsabilità non si sono certo attutite per questo. Anzi, i due le hanno più o meno equamente divise, presentandosi entrambi alla fine del match davanti a taccuini e telecamere, per fornire spiegazioni sull’ultima figuraccia rimediata in Repubblica Ceca. Una sorta di inedito che ha allungato la serie negativa giallorossa anche in Champions, competizione nella quale finora la Roma aveva almeno mostrato buona volontà anche nelle partite concluse con risultati negativi.
Un’ammissione corale, quella dei due leader di giornata: «Non siamo stati all’altezza», la sintesi delle rispettive parole. Scuri in volto, nessuna voglia di tirarsi indietro, i due hanno invece fornito un’assunzione di colpe a nome di tutto il gruppo, rivelando se non altro una presa di coscienza collettiva del momento disarmante. «Non penso sia un momento negativo solo del reparto difensivo ma della squadra. So che possiamo fare meglio ma metto la mano sul fuoco sul fatto che ognuno stia dando tutto ciò che ha», ha poi aggiunto Florenzi, difendendo i compagni a spada tratta dall’accusa di scarso impegno, che la mancanza di risultati fa puntualmente riemergere. (…)
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