Di Francesco resta lì, in stand by, come se domenica sera non fosse accaduto niente. Il successo sofferto (e nemmeno limpido: rigore solare negato a Pandev) contro il Genoa non rafforza la posizione del tecnico. Anzi, ad ascoltare i rumors di giornata, adesso sarebbe addirittura peggiorata. L’atteggiamento controproducente di alcuni giocatori e la prestazione scadente della squadra non escludono che il ribaltone sia più vicino di quanto si possa pensare. I 3 punti presi contro i rossoblù sono vitali per la classifica, ma non per l’allenatore. Il suo destino sembra segnato. Basta vedere la Roma in campo. Non gioca più. Disorganizzata e anarchica, capace di sopravvivere solo per merito del singolo. E non sempre accade. Ogni esibizione, a prescindere dallo spessore dell’avversario, è più brutta della precedente. La scossa, dunque, è l’unica exit strategy a disposizione della proprietà Usa.
PANCHINA GIÀ PROMESSA – Pallotta, indirizzato dal suggeritore Baldini, ha già l’erede di Di Francesco (da quasi 3 mesi: 23 settembre, sconfitta al Dall’Ara contro il Bologna): è Paulo Sousa. Che corre da solo. Se la Roma non fosse riuscita a battere il Genoa, si sarebbe insediato ieri a Trigoria. C’è chi garantisce di averlo intercettato domenica sera a Monte Mario (collina e non tribuna). Lì, appollaiato sul trespolo dell’albergo con vista sull’Olimpico, o altrove, ha comunque tifato per Prandelli, ex giocatore juventino (ed ex allenatore della Fiorentina) come lui. L’arbitro Di Bello (e anche il Var Chiffi) gli hanno mandato di traverso la cena. Rimane, dunque, in attesa. Come il collega in bilico. In questo senso il viaggio di Monchi a Boston assume il significato della resa dei conti (pure di mercato): il ds, accompagnato dai dirigenti Calvo (marketing) e Fienga (comunicazione), continuerà a difendere l’allenatore davanti al presidente. Che non vorrebbe più aspettare. Come si intende anche dalla smentita del messaggio girato su WhatsApp, dopo Roma-Genoa, al giornalista di Sky. Il malinteso è nel testo «acque calme, tutto a posto». La foto dell’inviato, in posa davanti al mare in Sicilia, alla base dell’equivoco nella traduzione. Meglio «acqua chiara», come la situazione a Trigoria, guardandola dagli States. Non da qui. Stasera, all’Auditorium in via della Conciliazione, la cena di Natale. Presenti gli sponsor e i giocatori. E il tecnico. Ospite chissà fino a che punto gradito.
SOTTO OSSERVAZIONE – Oggi il vertice a Boston. Sousa non convince Monchi che, prima di partire, ha rassicurato Di Francesco, confermandolo in panchina, sabato sera allo Stadium di Torino, per il match contro la Juve. E magari resterà anche per quelli contro il Sassuolo all’Olimpico (26 dicembre) e il Parma al Tardini (29). Alla fine del girone d’andata verrebbero poi tirate le somme. Pallotta vota per l’esonero. Inequivocabile Baldissoni: tecnico sotto esame, per i 24 punti in 16 gare. Il dg da Nyon: «Il calcio insegna che i risultati sono determinanti per l’allenatore e vale anche per il nostro caso. Le valutazioni si fanno quotidianamente ma Di Francesco ha dimostrato di poter allenare la Roma». Ieri più che adesso, però: «Oggi come oggi siamo preoccupati di sfidare l’Entella in Coppa Italia, figuriamoci se non lo siamo di affrontare il Porto. Dobbiamo tornare a essere la Roma. Quest’anno abbiamo fatto qualche errore in più e avuto gli infortuni tutti insieme. Gli sbagli possono dipendere da tante cose, ma l’importante è lavorare per trovare delle soluzioni». Totti è meno definitivo: «Di Francesco ha le idee chiare. Da noi ha tutto l’appoggio possibile. È bravo e preparato, tirerà fuori la squadra da questo momento critico». Monchi, intanto, presenterà al presidente la lista con le eventuali operazioni di mercato, in entrata e in uscita, da fare a gennaio. Il manager di Sanogo è in Italia e aspetta il ds: confermato l’interesse della Roma per il centrocampista low cost dello Young Boys.