Al di là di chi sarà in campo, delle assenze, degli schemi. Al di là della classifica, dei nostri ritardi, delle loro serie. Al di là di ogni altra considerazione razionale, è alle porte una sfida che per chi è romanista da sempre travalica il mero risultato e sconfina in campi se possibile più importanti: orgoglio, senso di appartenenza, rivendicazione delle differenze. Perché «vincere è l’unica cosa che conta» può essere un assioma valido solo se accompagnato dal corollario «rispettando le regole». Per non essere nuovamente vittime delle deroghe di casa da quelle parti e per dimostrare che un altro modo è possibile.
01 – Sfatatate il tabù
Sette anni di Stadium, sette anni di amarezze, arrivate in ogni modo. Dalle sconfitte sonore alle nefandezze arbitrali perpetrate senza vergogna alcuna. Fatto sta che da quel campo non sono ancora arrivati punti. È arrivato il momento di invertire il senso della storia.
02 – Opponetevi alle pressioni
È una consuetudine in bianco e nero il capannello intorno all’arbitro, su qualsiasi decisione, fosse anche un fallo laterale controverso. Il condizionamento psicologico parte da lì: impeditelo, a costo di frapporvi fisicamente.
03- Difendete i compagni
Strettamente correlato al punto precedente. Una scena come quella vista a Cagliari, con Olsen a terra circondato dagli avversari, non è più accettabile. Il senso di squadra lo si dà accorrendo in situazioni simili, se è il caso a brutto muso.
04 – Mai fidarsi degli ex
Chi vede la Roma come una tappa di passaggio, spesso le giura amore eterno. Salvo poi accanirsi contro di Lei alla prima occasione utile. Di là ce ne sono tre che lo hanno già dimostrato. Teneteli lontani.
05 – Non scambiatevi le maglie
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