Nome in codice Masopust. Così veniva chiamato nella sua “vita precedente”, il nuovo mental coach di Patrik Schick a cui il talento ceco si è rivolto per “sbloccarsi” come calciatore. Masopust sì, ma nessun legame con il calcio per Jan Mühlfeit all’epoca dell’StB (Státní BezpeÄnost), la sicurezza di Stato della Cecoslovacchia negli Anni 80, ossia la polizia segreta che operò durante il periodo sovietico.
Certo, Josef Masopust, ex stella del Dukla Praga, per gli appassionati di calcio ha incarnato l’ex Cecoslovacchia, nazionale che nel 1962 in Cile portò, e questo gli valse il Pallone d’Oro (fu il primo atleta dell’Est a vincerlo), alle soglie del paradiso, arrendendosi al Brasile di Pelè, il quale però non giocò la finale perché era infortunato. Ma Mühlfeit non era chiamato così per il glorioso calciatore morto nel 2015: il suo era un nome di copertura in qualità di agente del Dipartimento di intelligence scientifica e tecnologica dell’StB.
Un passato da 007 Non è uno scherzo di “carnevale” (questa la traduzione letterale dal ceco del termine “masopust”), ma semplicemente una rivelazione, avvenuta nel 2009, a vent’anni dalla “Rivoluzione di velluto” e della caduta del muro di Berlino, mai smentita e del tutto “pacifica” anche in tempi di ascesa come personalità di spicco di livello internazionale e come numero uno in Europa dell’americana Microsoft, dove ha prestato servizio per ben ventidue anni, nella tecnologia, appunto, proprio come in quegli anni. Un passato da 007, o qualcosa di simile, quindi, per il nuovo motivatore di Patrik Schick, un nome molto noto nel panorama ceco e statunitense e molto apprezzato nel mental coaching, con il quale il numero 14 romanista si è fatto fotografare – guarda caso, poi – in un ristorante italiano, Pizza Coloseum.
PER LEGGERE L’ARTICOLO COMPLETO CLICCARE QUI