Il mercato della Roma, auspicato a Natale da Di Francesco (“Inevitabile fare qualcosa, non possiamo non fare nulla”), segna il passo. A cinque giorni dall’apertura ufficiale delle trattative, sono tante le chiacchiere e pochi i fatti. Almeno in entrata. Perché per trovare tracce concrete bisogna guardare alla voce “cessioni”, come al solito viene da dire. Insistono con convinzione in Inghilterra a scrivere dell’assalto dello United a Manolas.
Dove assalto è una parola grossa: la clausola rescissoria sul contratto del greco, rinnovato a dicembre del 2017, è infatti di appena 36 milioni di euro. Una miseria calcisticamente parlando. Manolas, idolo dei tifosi per quel gol al Barcellona che solo a rivederlo in foto fa ancora venire i brividi, è uno di quelli un tempo destinato a rimanere a vita a Trigoria. Ma i tempi sono cambiati.
Nello spogliatoio dopo i saluti a Pjanic, Salah, Alisson, Nainggolan e Strootman, tutti hanno capito di essere di passaggio figurarsi se per andare bastano pochi spicci (Van Dijk è costato 84,5 milioni al Liverpool e Stones 55 al Manchester City, tanto per fare due esempi recenti). E figurarsi se ci si affida come ha fatto recentemente Manolas a un agente come Raiola, per il quale 36 milioni equivalgono a una comoda commissione. Ma il “metodo Monchi” non può essere questo.