Non è tornato a casa Alessio Riccardi lunedì sera: l’emozione dell’esordio in prima squadra, a 17 anni, è andato a smaltirla al Mancini Park Hotel, a due passi da Trigoria, al ritiro della nazionale Under 19, in stanza con l’amico e coetaneo Nicolò Armini, difensore della Lazio Primavera (che sul debutto lo ha anticipato: a novembre, con l’Apollon).
Ieri la comitiva azzurra è partita per Caserta, dove oggi alle 14 sfiderà la Spagna, amichevole di preparazione alla fase Elite delle qualificazioni all’Europeo, girone a 4 contro Belgio, Ucraina e Serbia che sarà ospitato proprio dall’Italia. Che ha passato il primo girone con tre vittorie contro Estonia, Finlandia e Danimarca: Riccardi le ha giocate tutte, le prime due da titolare (con un gol), la terza da subentrato, ma solo perché i giochi erano già fatti. C’erano i ragazzi del 2000 in campo: Riccardi, nato il 3 aprile 2001, in Under 19 avrebbe dovuto giocare l’anno prossimo, ma il suo talento gli ha sempre fatto bruciare le tappe.
Alla Roma lo ha sempre fatto, da quando Alessandro Toti lo ha portato sotto età con gli Allievi Nazionali, nella stagione 2016-17, dopo il triennio coi giovanissimi, agli ordini di Valerio D’Andrea, concluso con lo scudetto perso ai supplementari, con l’Atalanta. Sempre sotto età ha giocato lo scorso campionato Primavera, trovando il primo gol a Vinovo, contro la Juventus, alla terza giornata, e il secondo quello stesso giorno, con una cavalcata con la palla incollata al piede che si può permettere solo un predestinato.
La corsa dei campioni È la cosa che gli riesce meglio, correre con la palla, ha uno scatto sul breve che gli consente di saltare tutti i difensori che trova nel calcio giovanile: Di Francesco dopo la partita ha detto che ormai può migliorare solamente aumentando il numero degli allenamenti con il gruppo della prima squadra. Con i difensori della Roma dei grandi, più duri da affrontare di quelli del campionato Primavera 1, che pure sono più grandi di uno o due anni, o di quelli trovati lunedì sera con l’Entella, che gioca in C ma è stata costruita per una serie B a salvarsi. Il tiro in porta non lo deve migliorare: è l’altra sua grande arma, per nulla segreta, visto che ormai nell’ambiente tutti sanno che se gli dai la possibilità di caricare il destro, ci sono buone possibilità che l’azione riparta con la battuta da centrocampo. (…)
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