Amir Ruznic svela aneddoti e curiosità sull’attaccante sloveno, che con la Primavera giallorossa ha segnato 18 gol in 11 partite: “Lo voleva la Fiorentina, io sono romanista e l’ho portato a Trigoria. Vi spiego perché non assomiglia a Dzeko”
Per un Dzeko che non riesce a sbloccarsi, la Roma si coccola un baby attaccante sloveno da 18 gol in 11 partite con la Primavera di Alberto De Rossi. Zan Celar è il nuovo gioiellino di Trigoria: “Io ho sempre creduto in lui – racconta su gianlucadimarzio.com Amir Ruznic, agente del classe ‘99 – non sono particolarmente sorpreso perché conoscevo le sue potenzialità, anche se una media gol del genere non è da tutti i giorni. Neanche per un fuoriquota come lui”.
La stagione scorsa è servita per ingranare: 15 gol in 35 partite. Poi il boom: “Aveva bisogno di ambientarsi. Era arrivato in un contesto nuovo, non parlava la lingua e non conosceva nessuno. Ora si trova molto bene e anch’io lo vedo diverso”. De Rossi se lo coccola e lo aiuta a crescere: “Hanno un ottimo rapporto. Parla molto bene dell’allenatore, mi dice che per loro è come un padre”.
Con l’italiano così e così, ma sotto porta non ne sbaglia una: “Sa fare gol di destro, di sinistro e di testa. Vede bene la porta, che per un attaccante non è male come caratteristica”. Anche se: “Deve essere un po’ più aggressivo”.
Tanti paragoni con Dzeko, ma non è che siano poi così uguali: “Giocano nello stesso ruolo, ma secondo me hanno caratteristiche diverse. Celar è più piazzato come struttura fisica, è cresciuto molto negli ultimi due anni sotto questo punto di vista. E nonostante questo è anche molto veloce”.
Altra intuizione del ds Monchi: “L’ho proposto a lui e a Massara, loro sono andati a vederlo e hanno deciso di prenderlo”. Detto, fatto: “Con il Maribor ho ottimi rapporti e non ci sono stati problemi”. Per 700mila euro – più 300mila di bonus – si sono portati via un talentino da crescere in casa: “La Fiorentina è stata la prima squadra ad arrivare sul ragazzo, ma in quel ruolo avevano già Gori e non volevano prendere un doppione. C’erano anche altri club su di lui, ma quando Massara mi ha detto che volevano prenderlo sono corso da loro”.
Questione di cuore: “Sono un tifoso della Roma, in camera avevo il poster di Giannini”. La Slovenia giallorossa: “Abito vicino al confine con Trieste e lì tutti tifano Juve, Inter o Milan. Io ho scelto la Roma per la passione dei tifosi”. Ride, ma puntualizza: “La Magica”.
Con quella maglia Ruznic spera di vedere presto il debutto di Celar tra i grandi: “Gli ho detto che la grande vittoria sarà quella. Per ora non ha ancora fatto niente, lo tengo con i piedi per terra”. Ma se continua così è solo questione di tempo: “Secondo me è pronto. Di Francesco è l’allenatore perfetto per lavorare con i giovani”. Poi, tutti a festeggiare: “Andremo a cena fuori con la famiglia. Lui ama la carne, si mangerà una bella bistecca”.
Segugio Ruznic. Aveva intuito fin dal primo momento che Celar col pallone tra i piedi ci sapeva fare: “La prima volta l’ho visto con la maglia della nazionale a Kranj, il suo paese”. Da lì l’inizio di tutto: “A 16 anni l’ho portato al Maribor dove il ds Zahovic (ex attaccante di Benfica, Porto, Olympiacos e Valencia, ndr) mi ha detto che voleva prenderlo subito”. E così fu. La svolta due estati fa: “Il ricordo più bello che ho insieme a lui è quando siamo usciti da Trigoria dopo aver firmato con la Roma”. (…)
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