Gli indizi ora sono due. Il primo si era materializzato il ventisei dicembre scorso, contro il Sassuolo. Una discesa palla al piede da quattrocentista, un dribbling a rientrare di chi sa come si deve trattare il pallone e poi, dopo una doppia finta di tiro, quello scavetto da svenire ma che non ci permettiamo di definire cucchiaio perché tutti voi sapete bene di chi sia il copyright, e allora meglio evitare qualsiasi tipo di paragone che, oltre che irriverente, al ragazzino in questione potrebbe soltanto fare creare problemi. Il secondo è andato in scena ieri pomeriggio all’Olimpico, intorno al quindicesimo minuto del primo tempo di una partita che qualche palpitazione ce l’aveva già garantita.
Kolarov dalla trequarti con il suo sinistro ha calciato una punizione sul secondo palo, precisa sul piede di Fazio che al volo l’ha rimessa al centro. E lì si è materializzato mago Nicolò Zaniolo. Ha tirato di sinistro e Sirigu non si è neppure reso conto di come aveva respinto quel pallone. Ma il mago in giallorosso non si stava mettendo le mani nei capelli e tirando giù imprecazioni variegate. No, i suoi occhi erano ancora fissi sul pallone. Da terra, quella palla è andato ad arpionarla con la suola dello scarpino destro, roba che poteva saltare pure un menisco.
E poi, ecco la magia, con un unico movimento si è girato e con il sinistro ha messo il pallone sotto la traversa, regalandoci dopo anche una meravigliosa esultanza, vera, coinvolgente, trascinante.
Ora manca solo il terzo indizio Adesso non resta che aspettare, fiduciosi perché siamo sicuri che arriverà a breve giro di posta, il terzo indizio. Quello che secondo la più elementare regola di criminologia, confeziona la prova, in questo caso quella di un ragazzo destinato a diventare un campione. Volendo, la terza prova, in qualche misura ce l’ha fatta vedere sempre ieri quando, con un controllo destro-sinistro, si è aperto il campo come sanno fare i giocatori capaci di fare la differenza. Ma è meglio aspettare e non affrettare i tempi, cosa che a questo punto al ragazzo figlio d’arte, potrebbe solo portare problemi. (…)
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