Di nuovo in campo. Nonostante i due giorni di riposo concessi da Di Francesco alla squadra, Daniele De Rossi prosegue il suo percorso verso il ritorno in squadra andando ad allenarsi a Trigoria. Una parte della seduta l’ha svolta in palestra, come già accaduto nelle ore precedenti la gara contro il Torino. Ieri con lui al “Fulvio Bernardini” si sono visti anche Alessandro Florenzi – che sta recuperando dall’influenza che lo ha bloccato nell’ultima settimana – e Ivan Marcano, che era presente per normale gestione.
Non è la prima volta che il numero 16 lavora in assenza dei compagni. Era già accaduto durante il periodo di pausa del campionato, all’inizio del nuovo anno, quando ha rinunciato alle vacanze per sfruttare al meglio i giorni a disposizione e accorciare i tempi di recupero da uno stop che ormai pare infinito. Talmente duraturo da far aprire qualche dubbio anche sul suo futuro prossimo, figlio di un contratto in scadenza a giugno e di una volontà ribadita più volte: Daniele ha sempre sostenuto che avrebbe giocato fin quando il suo corpo sarebbe stato in grado di reggere ad alti livelli. Tre mesi di lontananza, la pausa forzata più lunga in assoluto nella sua carriera da professionista quasi ventennale.
Ventotto ottobre, stadio San Paolo. Mentre la Roma conduce di misura nella tana del Napoli, alla fine del primo tempo De Rossi chiede il cambio. Atteggiamento inusuale per uno come lui, abituato a giocare anche in condizioni non perfette e a stringere i denti, a volte forse perfino oltre il lecito. Senza mai chiamarsi fuori o scegliere la via del riposo per presentarsi in campo al meglio. Ma la strada dello stoicismo, imboccata più frequentemente dal Capitano pur di dare tutto se stesso alla Roma è risaputa. Perciò quella richiesta di cambio nel corso della sfida agli azzurri (senza nemmeno attendere l’intervallo che sarebbe arrivato di lì a poco) ha destato subito preoccupazioni. Non era da lui. Non è da lui. E i tempi trascorsi da quella notte napoletana hanno confermato i timori del momento. (…)
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