Convivente o solista, basta che giochi: Di Francesco cerca posto a Schick. Dzeko non si sblocca, ma quando c’è e sta bene difficilmente resta a guardare, il ceco però è in ascesa e la panchina gli va stretta, ecco perché il tecnico romanista sta pensando di tentare il matrimonio tra i due che in passato non ha funzionato. Il momento è diverso e potrebbe esserlo anche il risultato. Insieme le punte giallorosse hanno giocato 32 volte per un totale di 1.042 minuti, 51 i punti conquistati frutto di 14 vittorie, 9 pareggi e 9 ko, e hanno prodotto 25 gol, 18 firmati dal bosniaco autore anche di 5 assist e 2 dall’ex Sampdoria. Ma Schick sta venendo fuori dall’ombra di Dzeko, quest’anno in campionato hanno fatto lo stesso numero di reti, 2 a testa, ed è cresciuta la concorrenza tra di loro. Da novembre ad oggi il ceco è stato titolare in 9 partite su 13 ed è forse merito di questa continuità, oltre all’aiuto del mental coach, se sta uscendo dal guscio.
«Rivederli insieme? Perché no, hanno dimostrato di poterlo fare bene», ha constatato Di Francesco dopo il test di convivenza nel finale col Torino, la gara in cui ha perso Under (oggi gli esami alla coscia) per infortunio e ha iniziato a riflettere su come sostituirlo. Schick l’esterno a destra l’ha già fatto, seppur con caratteristiche diverse da quelle del turco, che come Perotti – pure lui ai box – è bravissimo a saltare l’uomo e a giocare in profondità. La carenza di ali e il calendario che s’infittisce con 3 partite in una settimana, da domenica a Bergamo con l’Atalanta fino a Roma-Milan il 3 febbraio, passando per il quarto di Coppa Italia con la Fiorentina al Franchi, obbligano l’allenatore a studiare soluzioni differenti per l’attacco.
Schick almeno una delle prossime due sfide la giocherà dal 1′, con Dzeko o al suo posto, molto dipenderà dalle scelte di Di Francesco sulle corsie esterne, dove oltre ai reduci Kluivert ed El Shaarawy e il ceco adattato potrebbero tornare utili Zaniolo, col ritorno di Nzonzi in mediana, o il jolly Florenzi, ieri a Trigoria ad allenarsi nel giorno libero (oggi ripresa alle 10.30) assieme a De Rossi, Marcano e Pastore. L’ argentino è stato seguito da Tomas Vogliotti, suo connazionale specializzato nel miglioramento psicofisico nutrizionale, e sta ricercando la forma fisica migliore dopo essersi messo alle spalle l’infortunio recidivo al polpaccio.
Stesso problema e stessa cura per Perotti, volato ieri a Barcellona (e rientrato in serata) per sottoporsi al trattamento a base di fattori di crescita presso la clinica Corachan (ci sono stati anche Dzeko ed El Shaarawy per le rispettive lesioni muscolari) che sembra aver funzionato con l’ex Psg, in grado di tornare a disposizione due settimane dopo il viaggio in terra spagnola. Non ha giocato moltissimo dal suo rientro, 190 minuti in tutto, ma almeno il polpaccio non gli da più il tormento. Perotti spera di trovare una soluzione definitiva che gli permetta di svoltare in questa stagione da incubo, fatta di appena 218 minuti, 5 presenze e 1 gol su rigore. Non sta andando bene nemmeno a De Rossi, che finalmente può dirsi clinicamente guarito ma aspetta di allenarsi con il gruppo nei prossimi giorni per testare il ginocchio: se dovessero arrivare le risposte giuste, potrebbe essere convocato domenica e Monchi potrebbe decidere di non prendere nessuno a centrocampo, dove sembra destinato a restare anche Coric, senza offerte concrete e in ogni caso poco convinto di andarsene.