Sei Robin, chi è Batman nella squadra?
“Non lo so! Ci sono giocatori fantastici qui… non saprei dire chi è Batman!”.
Come funziona la tua amicizia con Under visto che non parla inglese? “È complicata! Non parliamo un buon italiano, io non parlo turco, lui non parla inglese o svedese… non so come funziona! (ride, ndr) Ci sono comunque alcune parole che sappiamo entrambi, così possiamo comunicare!”.
Come ti senti ora a Roma? “Ora sto benissimo. Abbiamo trovato la scuola ai bambini… ora mi sento a casa. Ovviamente mi manca la mia famiglia in Svezia, ma siamo in una città fantastica come Roma, è facile per i miei amici arrivare qui. Non è un problema”.
È importante sistemare queste cose per giocare più concentrati… “È più facile quando tutto funziona. Se tutto funziona, sono un uomo felice”.
La tua prima reazione quando hai scoperto che la Roma si era interessata a te? “Era due giorni prima della sfida tra Svezia e Svizzera… Ovviamente ero felice! Quando sei nel mezzo di un Mondiale, non è facile restare concentrati con una cosa del genere. È stato bello arrivare qui e trovare i tifosi felici. Quando sono arrivato ho potuto vedere quando è grande questo club”.
Com’è lavorare con Savorani? “È un preparatore dei portieri fantastico. Ci alleniamo molto duramente, ma ogni giorno sento che sto migliorando. Ogni giorno torni a casa e sai di essere migliorato. Mi piace lavorare con lui2.
La più grande sfida da quando sei arrivato a Roma? “È sempre difficile imparare una nuova lingua! Questa è la sfida più dura. Vado a lezione un paio di volte a settimana, ma è difficile! Capisco sempre di più, ma è difficile parlare italiano. Ci arriverò!”.
Come parli nello spogliatoio? “Ci sono calciatori che parlano inglese, è più facile parlare con loro, ma sto provando a parlare con tutti, anche se magari dico una parola in italiano e due in inglese”.
È più importante l’istinto o la tecnica per un portiere? “Non so, credo si abbia bisogno di entrambi! Ovviamente puoi allenarti sulla tecnica, non saprei come allenare l’istinto”.
La miglior parata nella tua carriera e la migliore a Roma? “Non lo so! Ce ne sono un paio, ma è difficile sceglierne solo una. Sono felice se posso aiutare la squadra, non importa come paro”.
Come ti senti all’idea degli ottavi di Champions? “Mi sento bene! Siamo andati avanti nel girone, non vedo l’ora di giocare. Adoro giocare in Champions League. Ci si prepara sempre allo stesso modo, chiunque sia l’avversario”.
La parte psicologica è importante per un calciatore? “Certo, è importantissimo. Prima del Mondiale mi sono infortunato e ho lavorato con un mental coach”.
Che portieri ti hanno ispirato da piccolo? “Il mio preferito era Schmeichel, era il mio idolo da bambino”.
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