Il gambiano Ebrima Darboe, ieri a Zingonia, ha coronato il suo sogno: diventare un calciatore vero. Anzi, un calciatore della Roma. Darboe, classe 2001, ruolo mezzala, fisico ancora da costruire ma – assicurano – buona tecnica, è entrato in campo a venti minuti dalla fine della partita Atalanta-Roma di Coppa Italia Primavera. La pesante sconfitta (4-0) e l’eliminazione dalla Coppa non hanno attenuato l’emozione, la gioia di un ragazzo arrivato in Italia, ormai diversi anni fa, come migrante minorenne non accompagnato. E, per questo, trasferito a Rieti in virtù dello Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Darboe nel capoluogo sabino ha cominciato a studiare e a giocare a pallone insieme ad altri ragazzi nella sua stessa condizione, seguito quotidianamente da un assistente sociale, e dato che ha dimostrato in fretta di essere bravino è stato tesserato dalla Young Rieti.
UN’ALTRA NUOVA VITA – Dopo l’espletamento di una serie infinita di atti burocratici, ovviamente. Osservatori della Roma lo hanno messo presto nel proprio mirino, lo hanno prima valutato e poi portato a Trigoria per allenarsi nel settore giovanile. Eravamo nell’estate del 2017. Da quel momento, Ebrima non ha cominciato a far altro che attendere di poter indossare la maglia della Roma in una gara ufficiale, cosa accaduta ieri a due passi da Bergamo, dopo che circa due settimane fa era stato possibile il suo ingaggio dalla Young Rieti. L’inizio di un’altra nuova vita, se ci pensate bene.
Va aggiunto che, in attesa di debuttare con la Primavera, Darboe nelle settimane passate si è allenato più volte con la prima squadra, agli ordini di Eusebio Di Francesco: segno che il ragazzino arrivato non si sa bene come in Italia dal Gambia ha i numeri per poter sperare di fare il calciatore professionista. Non sarà facile riuscirci, ma la forza di volontà non gli manca. Altrimenti, partendo da solo dal cuore dell’Africa non sarebbe mai riuscito ad arrivare fino a Rieti. Come si fa in questi casi, però, i tecnici non si sbilanciano mai, e fanno bene a farlo; ma Ebrima viene considerato un prospetto interessante, uno sul quale si può lavorare con fiducia. Non fosse vero questo, del resto, Alberto De Rossi, l’allenatore della Primavera giallorosa, non l’avrebbe mandato in campo alla prima occasione possibile.