Uno sembra destinato a giocare l’ultima stagione nella Roma per poi tornare definitivamente a Londra, in quell’Arsenal che l’ha cresciuto, sedotto e poi abbandonato. L’altro a Roma spera invece di tornarci, magari anche per mettere in difficoltà la società nelle scelte e fare concorrenza in futuro ad Alisson. Tra i due, però, c’è un abisso, almeno per ora. Quasi come quei 311 chilometri che separano Varsavia – dove è nato Wojciech Szczesny – da Zabrze, dove invece è cresciuto Lukasz Skorupski. Oggi pomeriggio si troveranno faccia a faccia, per una sfida dal sapore tutto polacco.
L’OCCASIONE PERSA Skorupski è al secondo anno all’Empoli, dove la Roma l’ha mandato in prestito due estati fa. A spingere per questa soluzione è stato proprio l’arrivo dall’Arsenal di Szczesny. E la necessità di permettere a Lukasz di fare esperienza per capire il suo valore reale. Perché a Roma «Skoru», come lo chiamano i compagni, qualche chance se l’è giocata, proprio come la grande occasione. Ce l’ha avuta nell’estate 2014, quando De Sanctis fu operato al gomito e lui iniziò di fatto titolare. A Trigoria ci credevano, soprattutto dopo la bella gara contro la Juventus, nel finale della stagione precedente. Ed invece Skorupski partì con il freno a mano tirato, sottacendo anche un infortunio all’adduttore durante la tournée americana per soddisfare la sua voglia di giocare. Così arrivarono qualche errore e dei passaggi a vuoto, che convinsero presto Garcia a puntare di nuovo su De Sanctis. Skorupski, poi, è andato a fare esperienza proprio ad Empoli, dove quest’anno sta dimostrando che giocare gli serve eccome. Dotato di mezzi atletici e fisici straordinari, ha un’esplosività fuori dal comune, ma deve migliorare nella concentrazione e nella lettura delle situazioni.
IL CONFRONTO Szczesny, invece, è diverso da Skorupski. Anche nell’affrontare le situazioni, nell’interpretare le cose. È meno esuberante, anche meno appariscente, probabilmente più fine. Allo stato attuale, però, è anche più forte, nonostante tra i due ci sia appena un anno di differenza. Szczesny è un portiere di stampo internazionale, Skorupski magari può diventarlo. Tra i suoi pregi, Wojciech ha soprattutto l’interpretazione del ruolo. E le letture, appunto. Soprattutto quelle da dietro, quando il portiere può essere un dolce rifugio per i suoi compagni di squadra. Szczesny, infatti, è anche molto forte con i piedi, forse anche troppo vista la disinvoltura con cui a volte si avventura in alcuni disimpegni che mettono i brividi un po’ a tutti. Ma è soprattutto forte di testa, non si lascia mai andare, non cede di un soffio. Neanche di fronte all’errore. O agli errori. Gli è capitato e in futuro gli capiterà ancora. Ma un portiere lo vedi proprio in quel momento lì, quando sbaglia e tutto il mondo gli potrebbe crollare addosso. Lì Szczesny sa rialzarsi e sa rimettersi in piedi, qualità che fa la differenza. Skorupski, invece, deve ancora metabolizzarla questa qualità qui. Empoli gli fa bene per questo, per migliorare ancora. E, magari, insidiare da vicino anche Wojciech.