Sempre dalla stessa parte lo troverai. Daniele De Rossi sceglie quella di chi attraversa un periodo di difficoltà, di chi si trova in posizione scomoda, di chi viene attaccato da più fronti. Dopo Dzeko e Olsen, è il turno di Kolarov. Lo fa in serbo: «Brate Moj» (che in italiano si traduce con «Fratello mio»), è il suo post su Instagram dedicato al numero 11. Due sole parole, accompagnate da un cuore a corredo di una foto di Aleksandar con la divisa della Roma addosso, lo sguardo fiero e il petto in fuori. Due parole che bastano a schierarsi e a far sentire meno solo il compagno: non esattamente un tipo tenero o facile da piegare, fin dalla fisiognomica; eppure oggetto principale di fischi allo stadio, bersaglio di critiche fuori e di insulti scritti sui muri. De Rossi ha mostrato la sua vicinanza come da abitudini, senza gridarla al mondo. In maniera discreta, al pari delle sue incursioni sui social, estranee all’onnipresenza e alla sovrabbondanza di post tipica di larga parte dei suoi colleghi. (…)
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