Tocca al migliore in assoluto, Massimiliano Irrati, l’onere e l’onore del debutto davanti al video in Champions League. L’italiano, insieme all’olandese van Boekel sarà il primo Var della storia della principale competizione internazionale per club. Così come lo era stato, nel giugno scorso, il primo della storia del Mondiale. D’altronde, come non essere d’accordo con Roberto Rosetti, designatore Uefa e fortemente voluto dal presidente Uefa Ceferin per dare una svolta tecnologica anche alla Champions.
Irrati è il miglior Var al mondo e sarà lui ad assistere Orsato (primo big match stagionale per lui) nella direzione di Manchester United-Psg, sicuramente l’ottavo più interessante, affidato ad una formazione tutta italiana, completata da Guida (Avar), Doveri (IV uomo) e dagli assistenti Preti e Costanzo. A Roma, invece, per la gara tra i giallorossi e il Porto, la squadra arbitrale sarà tutta olandese, con Makkelie centrale. Il fischietto tulipano è lo stesso che diresse Barcellona-Roma, gara d’andata dei quarti della scorsa stagione e che non vide un rigore per i giallorossi.
SUL SICURO Nelle sue prime designazioni, Roberto Rosetti ha dunque puntato sull’affidabilità, ovvero sulle squadre che hanno saputo già svolgere egregiamente il compito nell’ultimo mondiale, quello di Russia. «È essenziale avere continuità e uniformità. Dobbiamo parlare una sola lingua», ha spiegato l’ex arbitro italiano, che qualche giorno fa ha incontrato a Francoforte i rappresentanti dei 16 club qualificati per gli ottavi di finali.
Incontro nel quale ha spiegato il funzionamento della squadra Var (5 persone in tutto) che sarà tutta in una stanza dello stadio. Rosetti ha spiegato (e ribadito per gli italiani) che saranno controllati errori chiari ed evidenti legati ai gol, ai calci di rigori, ai cartellini rossi diretti e agli scambi di persona, secondo quanto previsto dal protocollo Ifab.
IL FUTURO Durante questo incontro, al quale hanno preso parte anche alcuni arbitri d’Elite, Rosetti ha anche fatto capire che le decisioni assunte davanti al video potranno (forse tra un paio di anni) essere spiegate dal direttore di gara agli spettatori presenti negli stadi, un pò come accade nel SuperBowl di football americano. I replay dell’azione saranno mandati sui maxischermi dello stadio e l’arbitro, in vivavoce, spiegherà i motivi che l’hanno spinto a prendere la decisione di convalidare o annullare un gol o concedere un rigore.
L’utilizzo della Var in Champions arriva dopo una serie di test tecnologici e allenamenti guidati da Rosetti, incaricato da Ceferin, subito dopo il Mondiale in Russia, di accelerare il processo introduttivo del mezzo tecnologico in campo internazionale. Una necessità avvertita soprattutto la scorsa stagione, quando nelle semifinali di Champions alcuni episodi arbitrali molto discussi hanno probabilmente inciso sull’esito delle due gare. Senza dimenticare, poi, il clamoroso errore di Kassai in Manchester City-Shakthar della fase a gironi di quest’anno, che assegnò un rigore agli inglesi per una caduta in area di Sterling, che in realtà era solo inciampato nel terreno.