Ricomincia lo spettacolo e stavolta è la Roma ad alzare il sipario. Gli ottavi di Champions si aprono all’Olimpico – e all’Old Trafford con United-Psg – dove alle 21 arriva il Porto dell’ex laziale Coincecao. Un primo atto della doppia sfida da dentro e fuori, che assume un’importanza capitale nella stagione giallorossa: fuori dalla Coppa Italia con umiliazione annessa, in piena rincorsa al quarto posto in campionato, l’Europa è rimasta l’unica competizione in cui Di Francesco può trovare risorse per esaltare un’annata fin qui deludente. Circa cinquantamila spettatori (restano biglietti in Distinti Nord Est e nelle due tribune) attesi allo stadio per rivivere le emozioni della passata Champions, con la voglia di prendersi la rivincita dopo il bruciante ko contro i lusitani nei preliminari di agosto 2016.
La Roma arriva all’appuntamento piena di speranza ma pure con tanti, troppi problemi: non bastavano gli infortuni di Olsen, Under e Perotti, a Verona si è fermato Schick e ieri nella rifinitura Karsdorp, altri due problemi muscolari che allungano la lista maledetta di una stagione in cui qualcosa è stato evidentemente sbagliato anche nella gestione degli allenamenti. Neppure i precedenti aiutano a portare un po’ di buon umore: in entrambi i precedenti nelle coppe si sono qualificati i lusitani. Ma tutto questo andrà lasciato fuori dal campo, gli alibi sono finiti da un pezzo e se si vuole sognare un’altra è importante e questa in Champions ancor di più perché sono rimaste solo due squadre italiane in corsa. Deve essere grande motivo d’orgoglio, ma bisogna essere ambiziosi.
Il tecnico punterà ancora sul 4-3-3, ripristinato dopo il crollo di Firenze, e su un blocco di sette italiani, un po’ per scelta e un po’ per necessità visti i tanti indisponibili. «Ci vorranno sia gambe sia esperienza in questa partita, serve il mix giusto – prosegue il tecnico – perché senza una di queste due cose non si va da nessuna parte». Al di là delle assenze, a preoccupare è la fragilità di una squadra contro cui finora è stato troppo facile per gli avversari calciare in porta e segnare. E mai come stasera non subire gol sarebbe fondamentale. «Giocando in casa, dobbiamo fare una grande fase difensiva e sarà determinante mantenere la porta inviolata. Dobbiamo avere qualche accorgimento in più, specialmente contro giocatori capaci di ripartire con velocità ed esperienza. Però questo non significa perdere l’identità di squadra». La qualificazione vale anche circa 15 milioni di euro se si somma il bonus per chi accede ai quarti e il possibile mega-incasso al botteghino. E nella Roma che spende sempre molto più di quanto incassa, passare il turno significa proteggere uno dei suoi gioielli per il futuro.