Sul pizzino, adesso, bisogna metterci un’altra cifra. Quaranta milioni, forse, vanno bene per la metà di Zaniolo. La crescita di Nicolò non si ferma mai e dopo i tre gol in campionato arriva la prima doppietta in Champions League, proprio sotto gli occhi del c.t. Roberto Mancini, che lo convocò quando non aveva ancora giocato un minuto in serie A. È nata una stella? Alla Roma non vogliono dirlo, perché sono tante le grandi speranze che poi si sono perse per strada, ma i segnali ci sono tutti. (…)
È stata una partita ostica e agnostica, come un tempo avrebbe detto la Gialappa’s. La Roma che doveva vincere senza rischiare di perdere e il Porto fedele allo spartito lusitano, con un buon controllo palla ma senza particolare pericolosità offensiva. L’appuntamento, adesso, è per il 6 marzo, all’Estadio do Dragao, per il ritorno. Partita aperta, ma che la Roma affronterà con un vantaggio: il 2-1 è il peggiore dei migliori risultati. Servirà ancora più attenzione, perché dopo aver preso il gol la Roma ieri sera ha rischiato di andare in tilt, ma il Porto è sembrato ampiamente alla portata dei giallorossi. (…)
Di Francesco si è fidato del suo amato 4-3-3, che in fase difensiva diventava 4-1-4-1, e ha avuto ragione nel puntare sempre su Zaniolo, anche mettendolo in un ruolo non suo da esterno destro offensivo. Il ragazzo ha sofferto un po’ nel primo tempo, per trovare la posizione, ma è esploso nella ripresa con l’uno-due che sembrava aver mandato k.o. il Porto. In tutti e due i gol c’è stato lo zampino di Dzeko, che prima ha controllato alla grande in area un pallone e lo ha servito al numero 22 (quello di Kakà!); poi il bosniaco ha provato a mettersi in proprio e in contropiede ha centrato il palo (come aveva già fatto nel primo tempo) con un tiro da fuori area. Sul rimpallo si è lanciato Zaniolo e non ha fallito il tap-in. Ma le favole, nel calcio, non hanno quasi mai un lieto fine. Così è arrivato il gol di Adrian Lopez, entrato da poco dalla panchina, che ha riaperto il discorso qualificazione. (…)