Quando nel bollettino di giornata quotidianamente diffuso dall’ufficio stampa della Roma si legge che Daniele De Rossi ha svolto lavoro individuale scatta subito il campanello d’allarme. Ma stavolta, almeno, guai in vista non ce ne sono: ieri è stato solo il giorno di scarico programmato dopo due giorni di lavoro particolarmente sostenuto.
Dunque almeno fino a prova contraria il capitano sta bene e quando il capitano sta bene non ci sono dubbi: lui gioca, il resto si vedrà. Il nodo è la cartilagine del ginocchio. L’incubo è lì, ma al momento tutto sembra filar liscio. Da quando Daniele ha intensificato il lavoro ed è tornato a disposizione di Di Francesco il dolore è sparito e lui riesce ad allenarsi senza alcun contrattempo.
E l’allenatore tira un sospiro di sollievo e con lui tutta la Roma tifosa: perché De Rossi oggi, tanto quanto Zaniolo e magari Manolas, Kolarov e Dzeko, fa parte della ristretta lista degli intoccabili, di quelli intorno ai quale gira la fortuna della squadra giallorossa in questo periodo. La cosiddetta spina dorsale: difensore centrale, regista e centravanti, più un esterno come il terzino serbo e un talento come la mezzala strappata all’Inter. Nel 433 appena ridisegnato quelli sicuri di un posto solo loro. (…)
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