Eusebio Di Francesco ha perso un po’ il sorriso, non l’orgoglio. Ha superato ostacoli, crisi di risultati, possibili esoneri, si è visto camminare davanti prima il fantasma di Sousa, ora di Sarri. Come se ne esce? Con i risultati, che fino a ora sono stati altalenanti, ma che da qui in avanti possono prendere ben altre pieghe, chissà quali orizzonti. La Roma deve raggiungere il quarto posto (e può farlo), può arrivare ai quarti di finale di Champions (ne ha i mezzi e la possibilità, vista l’andata con il Porto, 2-1). Tutto è da giocare, tutto ancora si può sognare, come la semifinale europea dello scorso anno, raggiunta dalla Roma, allenata guarda caso dal tecnico che oggi siede ancora sulla stessa panchina.
Il futuro è nei prossimi tre mesi, quelli che mancano alla fine della stagione, e comincia questa sera, a due passi da Roma. Contro il Frosinone, penultima in classifica con sedici punti e solo tre vittorie in questo campionato, nessuna allo Stirpe. Sembra facile, no? Vittoria da prendere al volo, sperie alla luce della vittoria del Milan. Tutto scontato, ma di scontato non c’è proprio nulla. E Di Francesco ricorda, appunto, le difficoltà vissute contro un’altra pericolante, il Bologna, per quello vuole «evirare figuracce». E la storia di Sarri-Baldini non ha certo acceso i sorrisi del tecnico.
«Questo è un ambiente che destabilizza e trova cose senza senso come questa storia qui a me non interessa nulla. Il mio referente resta Monchi. Tutto il resto sono chiacchiere. A me piace parlare di calcio, bisognerebbe approfittare di questo, ma ci sono maggiori interessi su altro. A me interessa il Frosinone e basta». Di Francesco fa riferimento a Monchi e i rumors spagnoli e non lo vogliono lontano dalla Roma la prossima stagione, per lui è come combattere una battaglia per il futuro. Che deve conquistarsi e quello che ha non vuole perderlo. Carattere. Che serve alla Roma, a partire da questa sera allo Stirpe, passando per la sfida con la Lazio e poi con il Porto, etc etc.
PASTORE E DILEMMI – La Roma deve far fronte agli infortuni e ai diffidati (Fazio, Manolas, Florenzi e Zaniolo), le insidie principali vengono da dentro. De Rossi deve mettere minuti e verrà rischiato, con o senza Nzonzi. Zaniolo viene messo a freno, così come Manolas. Gente come Kolarov e Dzeko, invece, non potranno riposare, vista la mancanza di alternative nei ruoli: Santon può sostituire Florenzi e non tutti e due gli esterni, Karsdorp è ancora out. Rientra Perotti, che Eusebio ha intenzione di utilizzare subito. Dubbio a destra, dove la spunterà uno tra El Shaarawy (favorito) e Kluivert (Under e Schick non sono ancora disponibili).
C’è anche Pastore a reclamare il posto, che avrà, seppur non dall’inizio (a meno di ripensamenti dell’ultima ora). Il finale è su Zaniolo: DiFra chiede una maggiore tutela da parte degli arbitri, che non gli fischiano troppi falli a favore. «Se gli dovessi parlare solo per difenderlo gli creerei degli alibi. Deve capire che è un giocatore fisico e non deve sempre andare a terra. Ci sta che possa prendere un giallo ogni tanto perché è un calciatore di impeto. Sui pochi falli fischiati è vero, spesso è stato poco tutelato, ma non dico che sia stato preso di mira. Gli avrebbero dovuto fischiare qualche fallo in più, questo sì»