Quel pizzico di follia in più ce l’aveva avuta la sera prima, quando pensava a come avrebbe calciato il rigore in caso ne fosse arrivato uno. “Pensavo al cucchiaio, poi mi è tornato in mente che quella è roba per Totti, un talento immenso”. Già, perché Mirko Pigliacelli, il capitano della Roma lo ha visto dal vivo per 8 lunghi anni, quelli passati a Trigoria, nel vivaio giallorosso. Da domenica il telefono esplode, dopo che Mirko ha segnato (con classe) un rigore sul campo della Steaua Bucarest. (…)
C’è della follia? “Ma no, mi fermo spesso con gli altri a calciare rigori e punizioni. Mi è sempre piaciuto giocare con i piedi, anche se in Italia qualcuno per farmi fuori ha detto che non ne ero capace. I compagni? Erano un po’ sbalorditi e un po’ sereni. Ma erano abituati a vedermi tirarli”. (…)
Lei ha girato molto in B, perché in Italia ha avuto meno di quel che si sarebbe meritato? “Forse per il mio carattere, mi piace sempre dire le cose in faccia. Una volta vinci e non va bene perché sei giovane, un’altra perché sei in prestito… Quando mi è capitata l’occasione della Romania non ci ho pensato un attimo. E qui sono felice, strutture e organizzazione sono assolutamente al top”. (…)
Da bambino aveva un idolo? “Angelo Peruzzi. Prima della Roma sono stato due anni alla Lazio, lì lo vedevo spesso allenarsi. Mi piace pure Casillas, anche se quelli che interpretano meglio il ruolo per me sono Neuer ed Ederson. Il top”.