Sir Claudio Ranieri is here. Direttamente da Londra, con un volo privato verso la Capitale. Intorno alle 10,30 lo sbarco a Ciampino, lui bello, sorridente, elegante. Disponibile con i cronisti che lo hanno atteso fuori l’aeroporto. «Sono tornato a casa», ha fatto subito sapere. Ma chi glielo ha fatto fare, s’è subito pensato. Perché uno come lui, già protagonista nel biennio 2009-2011 sulla panchina giallorossa (sfiorando lo scudetto e fallendo la finale di Coppa Italia contro l’Inter del triplete), uno che ha vinto e guadagnato bene ovunque, si è preso l’onere di condurre la Roma in questa mini avventura? Semplice: «Quando la Roma ti chiama è impossibile dirle di no, non ci ho dormito». Ecco, appunto. Uno come lui alla Roma non dice no, pur sapendo che questo amore di ritorno durerà solo tre mesi: contratto da un milione (lordo) all’incirca. Magari non sarà solo fino a giugno, Claudio arriverà tra le prime quattro e si guadagnerà il rinnovo (difficile), oppure un ruolo in società (probabile). Consulente tecnico, direttore tecnico, dirigente generico, Ranieri ha l’esperienza per fare un po’ tutto nella sfera strettamente calcistica. Conosce la Roma, ma questo non è detto sia un bene («È cambiata molto da quando sono stato qui nove anni fa») e conosce Roma.
TOTTI CRESCE Ha buoni rapporti con la vecchia guardia, da Bruno Conti al sempre più considerato Francesco Totti (che, con Fienga, lo ha accolto per primo a Trigoria «Claudio non è solo un tifoso della Roma, ma è uno degli allenatori più esperti nel mondo del calcio, abbiamo bisogno di mani esperte», le parole di Francesco), passando anche per Daniele De Rossi, che per adesso se lo ritrova – infortunio permettendo – in campo come guida tecnica. Ranieri, all’arrivo, è passato a casa, il tempo di un bicchier d’acqua e subito a Trigoria, lì ha avuto inizio ufficialmente la sua avventura bis con la Roma. Firma del contratto, stretta di mano con i dirigenti, l’ad Guido Fienga e poi l’incontro con il vice presidente Mauro Baldissoni, poi la passerella negli spogliatoi e in infermeria (ahilui, piena), dove ha incontrato calciatori e vecchi amici, tipo Vito Scala. Foto di rito, materiale per web, social, mezzi di comunicazione vari e poi tuta addosso e primo allenamento, (si è portato Paolo Cornacchia come match analyst e Paolo Benetti come vice), durante il quale ha tirato fuori la sua dote da motivatore. Nel frattempo il presidente Pallotta da Boston ha inviato i suoi auguri. «Con Ranieri abbiamo l’obiettivo di ottenere la qualificazione in Champions. Volevamo un allenatore che fosse in grado di motivare i giocatori».