Il nuovo allenatore della Roma ha fissato il suo manifesto programmatico in 5 punti: romanismo, motivazioni, ardore agonistico, mutamenti tattici e rilancio delle individualità. Ieri Ranieri ha insistito forte su questo aspetto, facendolo trasudare un po’ ovunque. Iniziando dalla richiesta di aiuto ai tifosi: «La Champions è vicina, saranno importantissime le prossime due partite. Ma sarà importante anche il pubblico. Questi ragazzi sono in difficoltà, vogliono sentirsi amati. Ai tifosi chiedo questo: sono sincero, da solo non ce la faccio, con il loro aiuto mi sento più sicuro. Da tifoso romanista chiedo aiuto a me stesso».
Già, e proprio perché è anche tifoso che Ranieri ha deciso di accettare questa sfida. È la sua identità con la città. «Mi ha chiamato Totti, accettare di allenare per solo 12 gare non l’avrei fatto per nessun club, se non per la Roma. Che cosa mi aspetto? Non vado oltre…». E quando gli chiedono dell’ingaggio, va dritto. Così: «È vero, non ho trattato. Ma ho perso di più quando sono andato via dalla Roma di quanto prenderò adesso (circa un milione, ndr ). Mi ha portato qui la maglia, non i soldi».