Una settimana sulle montagne russe umorali, quella appena trascorsa. Dopo tante altre nelle quali cadute e risalite si sono alternate con allarmante regolarità anche sul campo, l’ultima avrebbe riportato la Roma nello sprofondo, se non ci fosse stata la scossa dei cambi. Veementi, importanti, molteplici. Poche ore per compiere una rivoluzione.
Nessuno può sapere prima della partita di stasera cosa attende i giallorossi, se la risalita nelle posizioni che gli competono o la prosecuzione del lungo stillicidio stagionale. La stessa gara con l’Empoli non potrà fornire indicazioni esaustive. Ancora pochi i giorni a disposizione di Ranieri per avere un quadro anche provvisorio delle scelte tecniche e tattiche. Anche perché le assenze che hanno falcidiato la squadra non permettono al nuovo tecnico di vagliare tutte le opzioni disponibili. Quantomeno nel match d’esordio.
Dodici finali Ci sarà tempo e modo per recuperare tutti gli effettivi e giudicare il nuovo corso. Non molto tempo, a dirla tutta. Poco più di due mesi. Dodici partite, a cominciare da questa sera. Senza coppe, purtroppo. Dodici sfide per cercare in ogni modo di riconquistare la Champions, un terreno sul quale la Roma ha dimostrato di potersi e sapersi cimentare senza sfigurare, dopo anni di apprendistato. Al di là dello sfortunato epilogo di Oporto. E proprio per confermare il livello ormai acquisito, bisogna centrare l’obiettivo. Terzo e quarto posto non sono così distanti, considerando la partita in meno rispetto alle milanesi. (…)
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