«La Conferenza dei servizi che si apre oggi si fa perché l’approvazione della delibera da parte del Comune chiede l’avvio di un processo. Qualora ci fossero dei ripensamenti, o sono accompagnati da atti formali o l’iter va avanti. I giochi sono finiti. Ognuno si assuma le proprie responsabilità». Stadio della Roma, è al via la fase finale che dovrà dire un sì o un no definitivo sul progetto e quello del governatore Zingaretti sembra quasi un avvertimento al Campidoglio. Mentre alla Pisana si lancia l’operazione “trasparenza totale”. E’ già operativo infatti il sito www.regione.lazio.it/trasparenzastadio, dove consultare più di 4800, tra disegni, tavole, relazioni e tabelle del piano. «Le prime riunioni della Conferenza in cui si approfondiranno i temi saranno aperte a tutti coloro che hanno parte e interesse» spiega Manuela Manetti, a capo della direzione regionale Territorio, che coordinerà i lavori. Poi dal 6 febbraio del prossimo anno, data della decisione, la Regione avrà trenta giorni di tempo per approvare, in caso positivo, una delibera definitiva, che acquisisca la convenzione e la variazione al piano regolatore che nel frattempo il Campidoglio dovrebbe votare. Alla Conferenza sono solo quattro le amministrazioni che decideranno: Presidenza del Consiglio, Roma Capitale, Città metropolitana e Regione. «Roma – afferma l’assessore regionale all’Urbanistica Michele Civita – ha il potere e il dovere di bloccare il progetto se pensa che non va bene».
E ora tutti gli occhi sono puntati sull’assessore all’Urbanistica della giunta Raggi, Paolo Berdini, che più volte ha affermato: «Non autorizzerò un metro cubo in più del massimo che ora prevede per quella zona il piano regolatore e cioè circa 350 mila metri cubi, cioè solo lo stadio». Se così fosse la società giallorossa dovrebbe rinunciare alle tre alte torri per uffici progettate dall’archistar Libeskind. Insiste la 5 Stelle Donatella Iorio: «Servono meno cubature. E noi potremo fare a meno di alcune opere come il ponte sul Tevere e il prolungamento della metro B fino a Tor di Valle». Replica il Pd, da Valeriani a Zannola, a Lepidini: «Vediamo se si prenderanno le loro responsabilità o manderanno il pallone fuori campo». Ancora Berdini: «Perché tutta questa impazienza? Abbiamo 90 giorni di tempo per decidere sull’utilità pubblica e a fine gennaio lo faremo». Intanto la Roma anticipa i risultati di una ricerca della Sapienza sulle ricadute economiche del nuovo stadio, un impatto “pari a circa due volte e mezzo quello generato da Expo 2015 su Milano. A fronte di un investimento di 1,6 miliardi, il tasso di disoccupazione calerebbe dello 0,8 con 5.500 occupati in più e verrebbero anche piantati 10 mila alberi”.