“Oggi come ieri, buona fortuna mister Ranieri”, era il messaggio di ieri dei tifosi. Ne ha avuta, se a tempo scaduto il Var ha trasformato l’amaro che la sua Roma pareva costretta a bere in un dolce da gustare fino in fondo. Ma nella serata che apre con i tre punti la nuova gestione di Trigoria, a brillare sono stati tre attaccanti dalle storie strane. Tre esclusi a Oporto e determinanti ieri, in una logica del contrappasso che premia il cambiamento. Utile sabato a presentarsi in casa della Spal con l’occasione, vincendo, di portarsi nel peggiore dei casi a un solo punto dal 4° posto.
La rivoluzione ha volti e nomi che fino a ieri parevano caduti in un oblio tecnico. Kluivert lo stadio Do Dragao l’aveva visto immalinconito dalla tribuna, Ranieri gli ha affidato la fascia sacrificando addirittura Perotti. Ne avrà sorriso papà Patrick, che giusto qualche settimana fa di fronte a una domanda sull’ormai ex allenatore della Roma s’era fatto una risata.
L’olandesino ha giocato un tempo di elettricità in cui l’egoismo ha diluito gli effetti nuovamente devastanti del suo talento. Tornato lucido dopo mesi di melanconica opacità. Più che il gol di El Shaarawy, ormai una costante se in questo campionato è già il nono, a colpire è stato quello di Patrick Schick. L’ultima volta in cui aveva lasciato il segno era il 26 dicembre dello scorso anno, c’era Di Francesco e di Ranieri a Trigoria non aveva mai sentito parlare nessuno. Settantacinque giorni dopo ha benedetto il proprio 2019 – fermo sin qui alla doppietta non esattamente esaltante contro l’Entella – con il gol vittoria, sfruttando il fondamentale meno sviluppato del proprio portafoglio e forse l’unico su cui il nuovo tecnico non aveva messo l’accento alla vigilia.
Le sue parole però un effetto devono averlo prodotto, se due comparse decidono alla prima notte con lui di offrire un campione dei motivi per cui Monchi spese cifre sconvolgenti per loro. L’aggiustatore insomma ha aggiustato prima gli ingranaggi che scricchiolavano di più. Compresa forse la difesa: in difficoltà, graziata da imprecisioni avversarie e letture arbitrali. Ma capace di piegarsi alla fine solo a un autogol scellerato: nelle ultime tre partite aveva preso 8 gol facendosi maltrattare pure da Ciano e Pinamonti, Caicedo e Cataldi. “Ho detto ai giocatori che davanti un gol prima o poi lo facciamo, dobbiamo pensare prima a registrare la difesa”, ha spiegato Ranieri. Una missione ancora da completare. Intanto, quella del rilancio è iniziata.