Tutto normale, ma anche no. Vedi Ranieri e già l’immagine ti rassicura. Ha voluto anticipare l’appuntamento con la conferenza all’antivigilia della partita, per non perdere concentrazione il giorno prima della gara e dedicarsi interamente ai suoi ragazzi che così non saranno disturbati da nessun fattore esterno. Così – alle 10,30 di mattina – convoca i giornalisti, si siede sulla poltrona, cerca con gli occhi ogni interlocutore, ascolta la domanda, risponde con poche, mirate battute, e avanti un altro. Dopo un quarto d’ora tutto è finito e ne sai quanto prima, ma con la sensazione che lui sappia esattamente ciò che c’è da fare, e come dirlo, e come farlo.
Il pensiero ti conforta, la Roma si era persa e papà Claudio l’ha presa per mano, la porterà fuori dai pericoli e la riconsegnerà in mani più salde, speriamo nei primi quattro posti della classifica. Non c’è più l’allenatore, non c’è più il ds, non c’è più neanche il medico, ma la Roma ha preso solo lui, che oggi è anche presidente e amministratore delegato, è direttore e impiegato, è giardiniere e calciatore, è un po’ la Roma tutta. La società resta alla finestra, mancano 11 partite alla fine di questa stagione travagliata e nel frattempo prepara l’ennesima rivoluzione. Tutto normale, insomma, ma anche no. Ma non è questo il momento dei bilanci. (…)
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