E’ cambiato tutto, non è cambiato niente. E il rischio, in questa preoccupante situazione, è che a giugno cambi tutto. Di nuovo. Dopo il ko che tiene i giallorossi a distanza dal 4° posto, Ranieri mette la squadra davanti alle inevitabili conseguenze di una stagione fallimentare: “Se la Roma va in Champions c’è un programma, sennò si cambia aria in parecchi, questo l’ho detto ai calciatori il primo giorno che sono arrivato: devono meritarsi quello che guadagnano. Abbiamo perso contro una squadra che sta con l’acqua alla gola, contro giocatori che guadagnano molto meno, eppure erano più determinati di loro. A domanda diretta su una futura rivoluzione risponde schietto: “Senza un certo introito qualcosa deve cambiare per forza”.
Tutti avvisati. Le decisioni di mercato in questo momento spettano a Massara, che nel prepartita era stato più cauto: “Senza la certezza di arrivare tra le prime 4 in classifica si lavora con la stessa professionalità, non cambiano le strategie della Roma che è una società solida. Per quando aprirà la sessione estiva si avranno scenari più chiari, comunque. Adesso non vogliamo considerare l’ipotesi di non arrivare in Champions”. Ma dopo l’ennesimo crollo non si può ignorare la peggior eventualità per il club di Pallotta, che si è abituato a stare tra le migliori d’Europa e ha costruito una rosa di
livello che per essere mantenuta ha bisogno dei ricavi delle grandi notti europee. Altrimenti, l’ha detto chiaramente Ranieri, sarà smontata.
I difetti non sono spariti magicamente col cambio in panchina e sembra a questo punto difficilissimo intervenire: “La testa è uno dei problemi, ma dobbiamo anche essere più squadra e migliorare sotto l’aspetto tattico e fisico. Mi aspettavo una battaglia, invece abbiamo corso male e abbiamo perso tutti i duelli palla a terra. La buona volontà non basta, noi – continua l’analisi lucida del tecnico – abbiamo poca forza nelle gambe e poca convinzione, alcuni non ce l’hanno nelle proprie corde, altri non sono in fiducia. Avete ragione, mi annoio a vedere queste partite rispetto alla Premier League… Di Francesco ha fatto di necessità virtù, quando si hanno infortunati si deve andar piano. La squadra è spenta e non può fare quello che vorrei. Bisogna avere la forza per poter pressare, altrimenti è meglio se stai compatto dietro”.
Olsen ha comunque raccolto due palloni dalla sua porta, l’1-0 è arrivato a difesa schierata e non c’è modulo che salvi questa Roma dalle figuracce. L’esperimento Dzeko-Schick è stato a dir poco deludente: “Patrik – rimprovera Ranieri – doveva servire Dzeko sul destro in un’occasione, non so cosa abbia pensato, forse a liberare El Shaarawy…”. Sull’arbitro lui non mette bocca, perché “bisognerebbe fare meno polemiche”, ma ci pensa Cristante a rimarcare gli errori di Rocchi: “Il rigore proprio non c’è, non riusciamo ad esprimerci come vorremmo, se poi gli episodi ci girano contro diventa tutto più difficile. Bisogna ritrovare la quadratura di squadra e metterci lì con la testa giusta per concludere nel modo giusto la stagione. In primis siamo noi che dobbiamo entrare con una mentalità diversa, parte tutto da lì”. La testa da curare, le responsabilità dei giocatori, sembra proprio un film già visto: Ranieri riuscirà a cambiare il finale?