«Juan diventerà un giocatore eterno per il Flamengo, come Zico e Junior. Un club come il nostro non può prescindere da una persona grande come lui». Così Abel Braga, allenatore del club carioca, ha elogiato l’ex difensore della Roma, rientrato in campo martedì scorso dopo sei mesi di assenza per la rottura del tendine d’Achille. In molti avevano parlato di carriera finita, ma Juan, che ha festeggiato 40 anni il primo febbraio, ha vinto l’ennesima battaglia facendo emozionare anche Fabio Simplicio, che ha omaggiato il suo ex compagno sui social network.
L’ha vinta per ripagare la fiducia del club che, nonostante l’infortunio, gli aveva rinnovato il contratto fino ad aprile proprio per consentirgli di vestire ancora il manto sagrado prima di decidere cosa fare da grande e, magari, di continuare la sua carriera nel Fla da dirigente. Martedì il ritorno in campo dopo la rottura del tendine d’Achille. Una sfida vinta a 40 anni.
Che emozioni si provano? «È stata quasi una nuova prima volta, perché si è trattato di un infortunio gravissimo. Ho dovuto fare tutta la preparazione da solo, lavorando tantissimo per rimettermi in sesto. È stato un giorno molto emozionante che rimarrà per sempre scolpito nella mia memoria. Lo ricorderò come uno dei momenti più belli».
A proposito di ritorni, alla Roma c’è nuovamente Claudio Ranieri. In un anno e mezzo con lui, lei ha ritrovato la titolarità. Che ricordi ha dell’allenatore romano? «Quando è arrivato mi ricordo che non stavo passando un buon periodo. Ero reduce da diversi infortuni, ma grazie a lui ho trovato la continuità e ho vissuto veramente un bel periodo».
Nella stagione 2009/10 c’è stata la grande rimonta, con lo scudetto sfumato per un soffio. Qual era il segreto di Ranieri? «Eravamo una squadra molto compatta e credo che questa sia stata la nostra arma in più, ma non l’unica».