Risuona forte e chiara la voce di Claudio Ranieri. L’occasione c’è stata ieri quando l’intera rosa a disposizione, compresi i convalescenti residuali, si è ritrovata a Trigoria per preparare sostanzialmente in tre allenamenti (gli altri oggi e domani) la fondamentale gara di domenica pomeriggio, la prima delle ultime dieci partite di questa stagione, trenta punti a disposizione per raggiungere il quarto posto. E bisognerà fare più punti possibili, senza ulteriori personalismi.
Prima del lavoro sul campo Ranieri ha inchiodato i giocatori alle loro responsabilità, ha comunicato ai destinatari le multe, senza bisogno di urlare, ma col tono forte e convincente che sa modulare nei momenti difficili. 15 minuti, forse anche meno. Poi sono andati tutti in campo. Ora resta solo da capire chi (e come) giocherà domenica contro il Napoli: Dzeko, tornato con qualche acciacco dalla Nazionale, in realtà sta bene e sarà regolarmente in campo, De Rossi è tornato a disposizione, e anche Ünder e Manolas sembrano recuperati. Tatticamente la sensazione è che non si uscirà dalla traccia del 442. Non è questo il tempo per nuovi stravolgimenti tattici.
Con Pioli contro Allegri Una certezza è che in carriera Ranieri non ha mai amato la difesa a tre. Andando indietro nel tempo se ne trovano rarissime testimonianze. La più antica, almeno secondo quella bibbia che nel tempo è diventato il sito transfermarkt.com, risale addirittura al 4 settembre del 1994, quando scelse la difesa a tre per la sua Fiorentina per affrontare il Cagliari del Maestro Tabarez. La cosa curiosa è che in quelle due squadre c’erano in campo quelli che sarebbero diventati altri due allenatori dell’attuale serie A: Pioli, difensore di quella Fiorentina, e Allegri, fantasista di quel Cagliari (che a far legna aveva anche Pierpaolo Bisoli, appena esonerato dal Padova in B).
Per la cronaca la partita finì 2-1 per i toscani, con il gol della vittoria siglato da Gabriel Batistuta. La traccia più recente risale invece a neanche due mesi fa, in Premier League, col Fulham per affrontare il Crystal Palace: schierò Le Marchand, Odoi e Ream centrali, coprendo le fasce con Christie e Bryan. Ma andò male e nella gara successiva, contro lo United, tornò al 4231, senza che i risultati poi migliorassero granché. Morale? È la più antica legge del calcio: se hai i giocatori forti vinci con qualsiasi sistema, se non li hai perdi.
Il gioco del Leicester (…)
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