La filosofia del «do ut des» e la nuova routine della conferenza anticipata in perfetto stile inglese «perché aiuta a concentrarsi di più sulla partita». Sir Ranieri ha poco tempo per compiere la sua missione, mandare la Roma in Champions, ma ci sta provando con le migliori strategie che conosce, dalla comunicazione al campo: «Se mando un messaggio forte, mi aspetto una risposta forte: un allenatore non fa nulla per nulla». Lui ha ricordato a tutti che, se non dovesse essere centrato l’obiettivo, molti dovranno cambiare aria e fino ad allora sono chiamati a dimostrare di valere tanto quanto guadagnano, i giocatori una prima reazione ce l’hanno avuta e pure gli acciaccati hanno espresso la volontà di esserci contro il Napoli per far vedere di meritarsi maglia e stipendio.
«Ho la piacevole visione – conferma Ranieri – che tutti vogliano giocare e vogliano esserci in questo momento di difficoltà. Finalmente ho rivisto lo spogliatoio pieno e i calciatori propositivi». Manolas è uno di quelli a cui basta un allenamento in gruppo per dirsi pronto, ma i calcoli poi li fa chi decide, tenendo conto non solo della stretta attualità: «Ho diversi giocatori che stanno rientrando, ma non sono al 100% e non posso mettere insieme tutti gli infortunati. De Rossi e Kolarov sono due pezzi da novanta, sarebbe una grossa gioia ritrovarli. Kostas mi ha già detto che vuole giocare, ma devo valutare bene tutto. Non ci sarebbero problemi per Fazio e Marcano. Da chi gioca nella Roma mi aspetto sempre cose importanti». È qualcosa in più da Olsen, criticato qui e in patria, ma comunque stimato da Ranieri, che non ha dubbi tra lui e Mirante: «Non è in discussione la sua titolarità, Robin ha la mia fiducia».
Oltre al compito di rendere meno brutta la statistica secondo cui la squadra giallorossa è quella che in Serie A ha mantenuto meno volte di tutte, appena una, la porta inviolata nelle gare casalinghe. Non dovrebbe essere un’eccezione, ma una regola non prendere gol per una candidata alla Champions: «Credo che questa squadra abbia le potenzialità per stare tra le prime quattro. Davanti e dietro spingono forte, quindi mi auguro che i miei giocatori reagiscano forte alle avversità. Io sapevo dove arrivavo, sapevo che era una situazione eccezionale e spero si possano cogliere i frutti del mio lavoro».
Ranieri si è ritrovato a gestire uno «scazzo», come dice lui, tra Dzeko ed El Shaarawy e l’ha ridimensionato: «Avviene in ogni famiglia, ora è tutto a posto. Stephan l’ho sostituito per una questione tattica: non faceva le cose che gli chiedevo e ho inserito Perotti». Cambio che confermerà dal 1’ domani, chiedendo uno sforzo difensivo all’argentino: «Il Napoli con Ancelotti è più verticale e va subito al dunque. Dobbiamo essere molto attenti». E rispondere sul campo.