E ora, come si riparte? È la domanda che aleggia a Trigoria. Sia per il presente che per il futuro. Se di quello che sarà la Roma della prossima stagione se ne deve occupare il presidente Pallotta e la dirigenza, l’oggi calcistico è nelle mani di Ranieri. Che in tre partite ha racimolato 3 punti, collezionando una vittoria e due sconfitte. Sir Claudio viaggia al ritmo della squadra giallorossa con 13 ko in 20 partite stagionali (il club in 39). Uno score che paradossalmente è l’ultimo dei problemi. Perché se è vero che la Roma rimane a -4 dal quarto posto, pur essendo scivolata in classifica dal quinto al settimo (attualmente sarebbe fuori anche dall’Europa League, a patto che Atalanta o Lazio non vincano la coppa Italia), la preoccupazione maggiore è che il gruppo non dà segnali di vita. E per quanto possibile, appare addirittura più involuto rispetto all’ultimo periodo con Di Francesco. Che va ricordato, prima del ko nel derby, tra mille problemi, infortuni, giocando male e vincendo partite all’ultimo minuto, aveva comunque collezionato una striscia positiva di 6 vittorie e 2 pareggi.
LE GESTIONI – Ranieri, l’ultimo nella classifica delle responsabilità di questa situazione, sembra comunque in difficoltà e in contraddizione. Prima della gara con il Napoli aveva assicurato che avrebbe valutato bene i calciatori reduci da un infortunio, ritenendo fosse meglio preservarli per una gara anziché poi rischiare di perderli in futuro. Pronti, via ne ha schierati addirittura tre: Kolarov, De Rossi e Manolas. Gli ultimi due avevano appena due allenamenti nelle gambe, il serbo solo uno in più. I risultati si sono visti: giocatori non pronti, surclassati dagli avversari. Singolare poi la gestione di Zaniolo: il tecnico ha spiegato nel post-gara come, suo malgrado, Nicolò avesse avuto un’influenza intestinale venerdì. Sabato il ragazzo si allena. Domenica finisce in panchina, dietro sua richiesta. Che senso ha inserirlo al 20′ della ripresa, sotto 3-1, quando s’era capito che la gara ormai era terminata da un pezzo? Curiosità: in quei 25 minuti, Zaniolo ha corso più dei suoi compagni. A proposito di corsa: l’impressione avuta contro il Napoli è che i ragazzi di Ancelotti viaggiassero al doppio della velocità, correndo tre volte di più dei giallorossi. Almeno su quest’ultimo aspetto, la sensazione è però sbagliata. È il match report della Lega Calcio a confermarlo: la Roma ha percorso 107,037 chilometri con una velocità media di 6,7. La squadra di Ancelotti 102,416 con una velocità media di 6,4. Tradotto: la Roma ha corso male e a vuoto.
SMARRITA – Il Napoli faceva correre il pallone, avendo un’idea di gioco. Quella che a Trigoria hanno ormai smarrito. Senza contare che appena arrivato, Ranieri assicurò che avrebbe provato a regalare equilibrio alla squadra. In tre gare ha alternato altrettanti sistemi di gioco: 4-2-3-1, 4-4-2 con 4 attaccanti e il 4-3-3 in corsa di domenica. Mai la stessa formazione (come il predecessore), diversi i giocatori bocciati: a Ferrara, Karsdorp e El Shaarawy («L’ho tolto non per il litigio con Edin ma perché non faceva quello che gli chiedevo»). Dopo il ko con il Napoli – l’idea domani è Under e Perotti al fianco di Dzeko, con l’arretramento di Zaniolo in mediana – Schick sembra aver già perso la titolarità. E mancano ancora 9 partite.