Quando è arrivato a Roma era convinto che avrebbe giocato al massimo una decina di partite, forse qualcosa in più se la squadra fosse andata avanti in Coppa Italia. Per Di Francesco era una buona alternativa, per Ranieri, dopo appena un paio di partite, è diventato titolare. Troppo affidabile in questo momento, Antonio Mirante, per farne a meno. (…)
Contro la Fiorentina Ranieri lo ha promosso titolare e sembra voler andare avanti così fino al termine della stagione. Tra errori in porta e difficoltà di comunicazione in italiano con i compagni, al momento Olsen rimane in panchina: «Ma lui è un grande portiere e una persona perbene», garantisce Mirante a Sky.
A Trigoria questo nessuno lo mette in dubbio, ma poi il campo è un’altra cosa. Mirante racconta che quando Ranieri lo ha scelto per fare il titolare non gli ha detto «nulla, mi ha dato solo le indicazioni per la partita, basta e avanza», ma in realtà il tecnico gli ha chiesto di fare il suo in porta e anche più del suo con i compagni di reparto, alle prese con una stagione d’agonia. Non solo, e questo Mirante lo conferma, il tecnico vuole che l’azione riparta in modo diverso, palla lunga e pedalare, una sorta di rivoluzione: «Abbiamo un’impostazione diversa, anche da quando inizia il portiere. Questo ti fa drizzare le antenne e se vogliamo lottare per la Champions è fondamentale». (…)
La Roma invece nella rifinitura ha perso Nzonzi per un colpo al ginocchio. Mirante non si scompone perché ha fiducia in Ranieri: «Conosce ogni sfaccettatura del calcio, tutte le situazioni e le corde che vanno toccate. Sta lavorando sulla compattezza e credo si sia visto contro la Samp». Da qui ripartono la Roma e Mirante. Almeno fino a fine maggio. Poi, mercato permettendo, sarà pronto a tornare al suo posto. In silenzio e allenandosi come se dovesse giocare la domenica. Lo ha fatto da luglio a marzo, non avrà problemi a rifarlo di nuovo.
FONTE: La Gazzetta dello Sport