Una delibera preconfezionata e falsata dal mancato passaggio per la commissione Urbanistica. Il nuovo fascicolo aperto dalla procura sul progetto del nuovo stadio della Roma punta sull’Eur. E sugli atti votati nel corso di un’irrituale convocazione domenicale, dai consiglieri del municipio IX alla presenza di Marcelo De Vito, ex presidente del consiglio comunale finito in carcere per corruzione. Altra indagine, altre accuse. Perché attorno all’impianto che la Roma vorrebbe realizzare a Tor di Valle continuano a fioccare le inchieste: due per abuso quella per cui è indagata la sindaca Virginia Raggi e una sulle aree concesse ai privati, una per bancarotta sulla compravendita dei terreni di Tor di Valle, e due filoni per corruzione.
Uno figlio dell’altro, hanno portato in carcere il costruttore Parnasi e pezzi grossi a 5 Stelle, oltre xhe politici di Fi e Pd. Insomma, non c’è pace per l’iter iniziato ormai sette anni. Ora a scuotere il Campidoglio sono le denunce di un ex attivista grillino l’architetto Francesco Sanvitto: accusa la sindaca di non aver fatto passare in consiglio comunale il verbale della conferenza dei servizi sullo stadio, limitando sostanzialmente ai consiglieri di opposizione di dissentire.
Ora, tornando all’Eur, c’è pure il caso della delibera domenicale. Un atto su cui, come ha ordinato il gip Costantino De Robbio, dovrà concentrarsi la procura. Il pm —che aveva deciso di archiviare l’esposto — aveva già sentito come testimone il direttore generale del Campidoglio, Franco Giampaoletti: aveva specificato che il passaggio del verbale in consiglio sarebbe stato fatto successivamente, salvo poi essere rinviato a causa dell’arresto di Luca Parnasi, titolare dei terreni di Tor di Valle. Come detto, il gip ha chiesto approfondimenti: adesso la procura dovrà sentire due ex grillini “dissidenti”.
Il presidente della commissione Urbanistica del IX Municipio, Paolo Mancuso, e il consigliere Paolo Barros. Il punto opaco, per chi ha presentato l’esposto quanto per il giudice, è la mancata acquisizione del parere della commissione Urbanistica. Troppo alto il pericolo di trovarsi a dover gestire un responso negativo. Tanto da far muovere la sindaca Raggi, De Vito e l’ex capogruppo Paolo Ferrara. Cene per convincere i consiglieri municipali che l’iter scelto dal Comune fosse quello giusto, la presenza nella sala del consiglio al Laurentino 38 per aiutare i 5S a gestire la rivolta delle opposizioni.
Le osservazioni di Sanvitto, pronto al ricorso al Tar ma bersagliato dagli insulti dei sostenitori 5S sui social, non sembrano però scuotere il Comune. La linea politica della maggioranza pare ormai tracciata: su Tor di Valle si andrà avanti, anche a costo di votare in seconda convocazione. Traduzione: dopo la conta interna, se i malpancisti saranno troppi, i pentastellati diserteranno la prima seduta utile per votare gli atti sullo stadio. A quel punto scatterebbe la seconda convocazione: basteranno 16 sì, 9 in meno dei 25 necessari in prima battuta.
Nel frattempo, nonostante la tempesta giudiziaria, va avanti la trattativa tra il Comune e la Roma sulla convenzione urbanistica. Trovato l’accordo sulle vecchie tribune dell’Ippodromo e la riunificazione di via Ostiense con via del Mare, resta serrata la negoziazione sul dossier trasporti: il Comune vuole che lo stadio apra soltanto una volta sistemata la Roma-Lido, i giallorossi temono i tempi lunghi degli appalti e dei ricorsi. Il confronto continua.
FONTE: L. D’Albergo / F. Salvatore