Neppure l’asino fa lo stesso errore due volte. E la Roma allora vola via veloce, mica come 209 giorni fa: l’1-1 con il Bologna dell’11 aprile resta l’ultimo passo falso all’Olimpico, da allora solo vittorie e stavolta pure contro Donadoni. Siamo a nove di fila e vale come una prova di forza dietro la Juventus. «Non lo so se siamo noi l’anti Juve, dico però che dopo l’ultima sosta abbiamo guadagnato punti su tutti, pur con le nostre difficolta. Dobbiamo imparare a subire meno gol come loro», dice Luciano Spalletti. L’orgoglio negli occhi, ma pure la consapevolezza che novembre non è maggio, che pure un anno fa di questi tempi la Roma aveva 26 punti in classifica.
«Siamo una squadra forte, di grandi professionisti: tutti stanno dando qualcosa in più, vedi Nainggolan cui ho chiesto anche di fare il terzino. Dopo Empoli qualche dubbio era venuto fuori, ma è un bel po’ che stiamo facendo bene. Ora si vede che i giocatori, quando non fanno risultato, “nun ce vonno stà”, come si dice a Roma. Sentono la necessità di dare un messaggio. Non significa per forza vincere, ma lavorare in quella direzione». La direzione è giusta anche grazie a Salah e Dzeko: «Come farò con l’egiziano in Coppa d’Africa? Semplice…me ne comprano un altro uguale. Scherzi a parte, ho El Shaarawy e Iturbe». Ma non è la stessa cosa: “Salah deve migliorare nel fraseggio con i compagni. Con Dzeko invece abbiamo tante soluzioni, per noi è un valore aggiunto. Però vale ancora il discorso che dovrebbe essere più cattivo». Spigolature di una seratona.