Rischia di slittare ancora la firma della convenzione, il contratto che regola i rapporti tra Campidoglio e proponente sullo stadio della Roma, malgrado l’intenzione di chiudere la partita prima delle Europee. Se gli uffici stanno ancora esaminando la bozza presentata dalla società Eurnova, per ora manca la quadra.
Tra i nodi più controversi, oltre ai 45 milioni di oneri urbanistici destinati all’acquisto di nuovi treni per la Roma-Lido (il privato vorrebbe dilazionare la cifra, l’amministrazione insiste per il pagamento in un’unica tranche) ci sono le due campate della tribuna di Lafuente da ricostruire in un’area attigua, il potenziamento del trasporto su ferro e lo snodo Ostiense-Marconi. Secondo quanto trapela dal Campidoglio, tuttavia, non ci sarebbero margini di trattativa: «La convenzione che ci è stata trasmessa così non va bene». Tradotto: «Se Eurnova e la AS Roma non accettano le nostre condizioni, che sono chiarissime nella delibera 32, lo stadio non si fa». (…)
In parallelo alle procedure, che non viaggiano certo su tempi snelli, l’altra scadenza che potrebbe influire sull’intero iter è il 17 giugno: termine fissato dal gip per gli approfondimenti sull’ipotesi di abuso d’ufficio per la quale è indagata Raggi. Scenario complicato, dunque, sia dalle grane giudiziarie sia dal difficile negoziato. Con la Roma che vorrebbe partire dalla costruzione dello stadio svincolandosi dalle opere pubbliche a compensazione di quella «privata», per mettersi al riparo dalla burocrazia e da eventuali ricorsi. (…)
FONTE: Il Corriere della Sera