Mettiamola così: se è un’opera di persuasione mediatica, è riuscita alla perfezione. Grazie all’endorsement deciso e persino malizioso di Totti e Ranieri, prima e dopo la partita con il Cagliari, a Roma si parla ormai solo di Antonio Conte. La suggestione ormai è un’ipotesi concreta che ha preso corpo all’interno di una trattativa complessa quanto plausibile, nella quale ognuno sta facendo ciò che può per essere convincente con l’interlocutore. Siamo alla resa dei conti, ormai: gli eventuali bluff verranno scoperti a breve.
IL QUADRO – Non è solo una questione di soldi ma di prospettive. Per allenare la Roma, come condizione di base, Conte vuole garanzie di investimenti all’altezza delle sue ambizioni. E fin qui ci siamo. Nell’ultimo incontro con la dirigenza, chiuso senza un sì e senza un no, ha avuto rassicurazioni in questo senso. Pallotta non intende smobilitare, deve fare i conti con il fair play finanziario che impone plusvalenze per circa 50 milioni, ma in caso di conquista della Champions League potrà costruire una rosa competitiva. Diverso, anche se Totti ieri ha affermato il contrario, sarebbe il discorso in caso di fallimento tecnico: in un’ottica di ridimensionamento e di dolorose cessioni, Conte farebbe fatica a integrarsi. (….)
Se Conte non si accorge che qualche club più ricco e potente, in Italia oppure all’estero, ha bisogno dei suoi servigi, potrebbe accettare la Roma. Ha già parlato alle persone che conosce a Trigoria, da Totti a De Rossi, e si sente lusingato dal tappeto giallorosso che troverebbe steso, non solo in seno alla società ma anche alla tifoseria. Stanchi di perdere in undici anni di tante ombre e poche luci, quasi tutti i romanisti sarebbero felicissimi di dimenticare il passato juventino di Conte per affidargli il portachiavi dei sogni.
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FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida