1. L’allenatore: Conte ha tanti estimatori, forse troppi
(…) Conte non ha detto no ma nemmeno sì. Potrebbe dare una risposta a breve, quando avrà capito che aria tira alla Juve e all’Inter, al Psg e al Manchester United, ma anche aspettare la fine dei campionati, con il placet della Roma che a sua volta non può stabilire un piano industriale, e quindi un preciso programma di potenziamento tecnico, se non conosce con esattezza le risorse finanziarie a cui attingere.
2. Il diesse: quando Petrachi potrà liberarsi da Cairo?
(…) Intanto, Baldini ha scelto il direttore sportivo: sarà Gianluca Petrachi, che è amico di vecchia data di Conte. I due si sono incrociati anche domenica allo stadio Olimpico, in occasione di Torino-Milan. Ma Petrachi uffi cialmente è ancora a libro paga di Urbano Cairo, ha un contratto fi no al 2020 con il Torino dal quale non si è potuto liberare e non ha ricevuto alcun segnale di accordo per la risoluzione consensuale. (…)
3. Totti: da chiarire definitivamente il suo ruolo
(…) In questo senso il ruolo di Francesco Totti, dopo due anni di stage dirigenziale, verrà codifi cato. La società è intenzionata a offrirgli la posizione di responsabile tecnico. Responsabile, non direttore, per evitare equivoci sulla centralità del direttore sportivo, appunto Petrachi. Ma Totti, che nelle ultime due interviste prepartita ha parlato quasi da plenipotenziario, accetterà di essere un meccanismo dell’ingranaggio senza autonomia decisionale? (…)
4. I contratti: da Zaniolo a El Shaarawy, cresce l’attesa
(…) In questo apparente limbo, entra anche lo stallo sui rinnovi dei calciatori. Davanti a una mission aziendale che punta alla riduzione del monte stipendi preoccupa i tifosi il contratto di Nicolò Zaniolo, a maggior ragione dopo lo scambio mediatico di battute tra Totti e il procuratore Vigorelli. Il prolungamento con robusto aumento di stipendio sembrava un dettaglio. Ora non lo è più. Per Zaniolo come per Stephan El Shaarawy, il giocatore più performante della stagione della Roma. (…)
5 Il piazzamento: Champions o no, cambia tutto
(…) In questo quadro, come si diceva all’inizio, la Roma non può prescindere dall’obiettivo che ne garantirebbe il futuro in termini di competitività: il quarto posto. Perché il fallimento tecnico provocherebbe come conseguenza diretta una serie di cessioni importanti, dovute alla necessità di addolcire l’anno fi nanziario successivo. Una curiosità chiarisce bene l’attesa spasmodica dei dirigenti della Roma. La tournée estiva negli Stati Uniti, che è stata prevista in due settimane con le tre partite della International Champions Cup, non è stata disdetta. Né la società ha previsto un piano B in caso di qualificazione all’Europa League.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida