Vede il Genoa e si infiamma. Alessandro Florenzi ha un curriculum contro i rossoblù che parla da solo. Fin dal primo incrocio in carriera: una vittoria per 4-2 in rimonta a Marassi in salsa argentina, con Lamela e Osvaldo mattatori e il jolly di Vitinia – all’epoca ancora mezzala – autore di un assist vincente. Da allora il numero 24 ha giocato altre otto volte contro la squadra più antica d’Italia, sfiorando il pieno di successi: soltanto un pareggio (l’anno scorso) e una sconfitta, nell’ultima giornata del 2013-14, ininfluente ai fini della classifica.
Ma al cospetto del Genoa, Florenzi sfodera anche alcuni dei suoi colpi migliori. A partire dalla fantastica rovesciata che sblocca la partita d’andata (poi terminata 4-0) della prima stagione romanista di Garcia. Proprio all’esperienza con il tecnico francese sono legati i migliori ricordi dell’esterno, in gol anche nell’annata successiva. Alla 34ª giornata la Roma arriva balbettando, con una piazza d’onore alle spalle della Juve che sembra sfumare sul più bello a vantaggio dei rivali corregionali.
Ma i biancocelesti vengono fermati sul pareggio a Bergamo, mentre Doumbia sblocca il match dell’Olimpico. I giallorossi soffrono, anche oltre il lecito, fin quando è proprio Florenzi a sradicare il pallone dai piedi avversari in pieno recupero e involarsi in direzione di Perin. La caratteristica sgroppata è sublimata da una botta sotto la traversa che sancisce la vittoria e il ritorno al secondo posto, poi consolidato dal famoso derby firmato Mapou. (…)
FONTE: Il Romanista – F. Pastore