Da poco più di una settimana Juan ha appeso gli scarpini al chiodo. Dopo aver disputato l’ultima partita in carriera con il Flamengo l’ormai ex difensore è tornato in settimana a Roma, dove ha vinto due trofei in 5 stagioni, totalizzando 149 presenze condite da 11 gol. Il brasiliano, passato per Trigoria, si racconta a Il Tempo.
Cosa prova dopo il ritiro? «E una sensazione nuova, diversa da tutto, però ero già preparato, quindi mi sento bene. Dovevo smettere l’anno scorso, ma mi sono fatto male. Ho deciso di rientrare e poi smettere, facendo qualche ultima gara».
Allenerà? «No, non voglio. Ho già un accordo con il Flamengo, rimango lì a lavorare in società».
Intanto è ripassato a Trigoria… «Erano 6 anni che non venivo. È stato bello tornare, c’è molta passione. Sono stato veramente felice a Roma, sia dentro che fuori dal campo, momenti meravigliosi. Mi hanno fatto piacere i tanti messaggi dei romanisti dopo il mio addio. La Curva Sud faceva un tifo importante, mi piaceva molto giocare in Italia. Ci sono state tante belle serate».
Ha regalato una maglia a De Rossi. «Ne ho data una a Daniele, una a Totti e una a Perrotta, sono miei amici. Mi hanno mandato bei messaggi dopo il mio addio, ho voluto ringraziarli così».
Come vede Totti da dirigente? «Francesco è la Roma, sarà sempre il giocatore più importante, dentro o fuori dal campo. Daniele ancora sta bene, è un gran giocatore, è la storia della Roma, non ci sarà più un giocatore come questi due. Se fossi nella società vorrei avere sempre giocatori come loro, di livello e di spessore nello spogliatoio. Rinnoverei il contratto a De Rossi, può ancora giocare ad alto livello e si vede sul campo, quando manca la squadra soffre».
Continua a seguire la Roma? «Sì, sempre. Penso che dopo 4-5 stagioni in cui ha giocato bene ed è sempre arrivata tra il 2° e il 3° posto ci sta un anno un po’ storto. La rosa è cambiata tanto ed è stato il problema principale, sono andati via giocatori importanti e ne sono arrivati altri nuovi e giovani, bisogna avere un po’ di pazienza. Per molto tempo hai giocato in Champions e hai fatto bene, ci sta una stagione con maggiori difficoltà. Ci sono ragazzi giovani e forti, come Zaniolo, sento parlare benissimo di lui. Poi ci sono Florenzi e Dzeko, che è un campione. È una squadra che può tornare subito ad alti livelli».
La sua ultima partita è stata un derby con la Lazio, in cui venne preso di mira da cori razzisti. Un problema ancora irrisolto… «Mi dispiace tantissimo che si sentano ancora questi cori, non me lo sarei aspettato. In quel periodo succedeva più spesso e hanno combattuto questo problema, serve farlo duramente. Il problema non è del calcio, ma della società in generale, lo stadio ne è lo specchio».
È rammaricato per come è finita? «Guardando indietro forse ho fatto l’errore di andare via d’estate, dopo soli dieci giorni di ritiro. Forse potevo rimanere almeno fino a dicembre, fare un paio di partite in più e ringraziare i tifosi dal campo. Potevo continuare, ma a dire la verità ero un po’ stanco dopo dieci anni in Europa, volevo tornare in Brasile. E anche i metodi di lavoro di Zeman non mi piacevano molto (ride, ndc)».
Chi vince la Champions? «Mi auguro il Liverpool perché c’è il mio amico Alisson. Ci ho giocato insieme all’Internacional e già sapevo che è un fenomeno».
FONTE: il Tempo – F. Biafora