(…) I romanisti, per una volta, mettono da parte le divisioni che spesso li hanno caratterizzati in questi ultimi tempi, e iniziano a riversare un mare d’amore nei confronti del loro numero 16. L’addio fa male, perché improvviso, inaspettato, e perché, in fondo, in pochi pensavano che finisse qui. «E’ come quando ti muore una persona anziana vicina. Sai che succederà, ma non sei pronto», l’amaro commento di Gabriele. Nelle radio si piange, la caccia al biglietto parte subito (sold out previsto, possibile l’apertura dei Distinti Ospiti se il Parma dovesse essere già salvo), i social sono inondati d’amore.
Dai compagni di oggi a quelli di ieri, dagli avversari (compreso il laziale Di Canio) ai bambini, che scoprono la notizia appena usciti da scuola e sono increduli. Come e quanto i grandi. Una maestra telefona ad una radio: «Ho visto un papà dire al figlio: andiamo a comprare i biglietti, gioca De Rossi per l’ultima volta. Il bambino ha pianto e il padre con lui». Sembra una sorta di funerale – sportivo – nei confronti della bandiera che tutti volevano ancora veder sventolare.
Ancora un po’. Ancora per cercare di vincere qualcosa: «Non vogliono dare a De Rossi la possibilità di alzare un trofeo da capitano e vogliono delegittimare Totti che ha detto che avrebbe deciso Daniele. È il delitto perfetto, ci stanno riuscendo, e io – il commento di un diciottenne in una radio – mi sento davvero solo. Ma che possiamo fa’?».
Non solo commozione, però. Se il suo amico Mastandrea chiede per De Rossi una festa in tutti i quartieri di Roma, e se lui, lasciando Trigoria con gli occhi lucidi, dice che ci sarà anche domani e nei prossimi giorni per autografi e foto, da Boston poco o nulla. Pallotta parla tramite comunicati, potrebbe arrivare a Roma per l’ultima contro il Parma, ma certezze non ce ne sono.
Totti gli dedica un post, ma ai tifosi non basta. La stragrande maggioranza se la prende con la società, tanto che persino durante il Giro d’Italia compare uno striscione contro il presidente. «Avete cacciato Daniele da casa sua con un tweet», uno dei messaggi (riferibili) più ricorrenti. E poco, anzi pochissimo, importa che la società gli abbia subito offerto un ruolo dirigenziale.
I tifosi lo volevano vedere in campo. Ancora un po’. «Ammazza che dolore Danie’ – gli scrive il cantante Daniele Silvestri -. Con Francesco se ne era andato un pilastro leggendario ed eterno, con te un fratello. E neanche ci hanno lasciato abituare all’idea. E tu, invece, ti sei dimostrato molto meglio di loro. Come sempre. Grazie per questi 18 anni». (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport