Romanisti in protesta, atto secondo. Non si placa la contestazione del tifo organizzato nei confronti della dirigenza. A partire dalle ore 15 di oggi, infatti, il cuore pulsante del tifo si riunirà presso la sede della società in zona Eur per dar vita ad un nuovo pomeriggio di cori in favore di Daniele De Rossi e contro la decisione di non rinnovare il contratto del capitano. «Ora basta! DDR è stato solo l’ultimo di una lunga serie di comportamenti poco chiari nei confronti di chi ama questi colori – si legge nel comunicato diramato tramite social – I Romanisti scenderanno in piazza e si faranno sentire con un sit-in di fronte la sede amministrativa della “azienda” Roma. Questo è un invito a chiunque si senta tradito nell’animo, a chiunque ritenga giusto mostrare il suo disappunto come lo ritengono giusto i ragazzi della Curva Sud perché la Roma è un bene comune, ma soprattutto la Roma è del suo popolo. Per questo chiediamo rispetto ed è per questo che non devi far mancare la tua presenza. L’AS Roma appartiene a noi». Parole dure ad anticipare così il sit-in di fronte la nuova sede societaria, il secondo atto di una protesta destinata caratterizzare il futuro prossimo iniziata a Trigoria sotto un diluvio torrenziale. Gli occhi dei romanisti non mentono mai, neppure in presenza di una verità nascosta dietro sorrisi amari o una risposta velata.
Da Trigoria all’Eur Centocinquanta romanisti, unità in più unità in meno, si erano infatti riuniti per far sentire la loro voce davanti ai cancelli del centro sportivo. Per ribadire ancora una volta (questa volta ribadirlo è un dovere), quanto lontana sia stata la scelta di un divorzio unilaterale con Daniele De Rossi dal loro modo di vivere e intendere l’Associazione Sportiva Roma. Un lungo pomeriggio fatto di sguardi persi nel vuoto, alla ricerca di un raggio di sole che non si è mai palesato. Anzi, in maniera copiosa la pioggia ha cominciato a scandire il tempo ticchettando a mo’ di una lancetta di orologio. Come se la città si fosse rannicchiata su se stessa per bagnare di lacrime la terra sotto un cielo plumbeo, grigio come raramente avviene nel mese di maggio. “Sembra la trasferta di Bologna di qualche anno fa”, esclamava qualcuno cercando di stemperare senza successo la tensione di ore ed ore di incredulità. (…)
FONTE: Il Romanista – G. Di Gennaro