e stiamo insieme ci sarà un perché. Ovviamente c’è. E lo abbiamo scoperto ogni sera negli ultimi diciott’anni. È il motivo più bello e insieme banale di ogni incontro fra anime gemelle (e cos’altro sono la Roma e De Rossi?): l’amore. Che resiste al tempo, ne oltrepassa le pieghe, ne sublima i ricordi e li rende immortali.
Se non staremo più insieme, il perché attiene alla metafisica. Per mantenersi eufemistici. Nessuno è riuscito a spiegarlo. A dire il vero nemmeno ci ha provato qualcuno. E che vuoi spiega’? Non i dirigenti che De Rossi ha rivelato di non aver sentito, non quelli che gli hanno comunicato la folle decisione. E neanche chi ha cercato goffamente di tenere il campo in conferenza martedì scorso, mentre il Capitano ogni istante serviva per il cappotto. Da par suo, con eleganza e senza infierire. Sorridendo e tenendo a bada il tumulto interiore. Immenso anche in questo.
Perfino chi era di fronte a porgere domande con voce tremula (primo fra tutti chi scrive) per spiegarsi l’inspiegabile era tramortito, lacerato, catapultato in una dimensione che non pensava potesse esistere. Quella dell’anima romanista strappata. Non da cause di forza maggiore, ma da chi di quell’anima dovrebbe averne fatto un vanto. Invece siamo travolti da un evento senza senso. Innaturale. (…)
FONTE: Il Romanista – F. Pastore