Cominciamo dalle lacrime di commozione. È stato un momento di grande intensità emotiva per te. Che bilancio fa?
“Faccio questo lavoro perché l’emozione mi prende e mi pervade. Non me l’aspettavo, per questo mi sono commosso. È bello anche dimostrare i propri sentimenti, pazienza se ho fatto vedere un mio lato debole. Sono un tipo timido e vergognoso, non mi piace far vedere le mie reazioni. Il risultato complessivo è “nì”, volevo centrare la Champions quando ho preso la squadra. Non ci siamo riusciti, complimenti agli avversari che sono stati più bravi di noi. Abbiamo fatto il meglio in una situazione complicata. Lascio dei ragazzi magnifici che ringrazio, così come il pubblico romanista che mi ha accolto in questa maniera.”
Cosa ha detto a De Rossi quando è uscito dal campo? “Mi scordo le cose… Gli ho detto complimenti, lui mi ha detto di essere contento di finire insieme a me stasera. È stato molto bello.”
Quando cambia qualcosa c’è una sensazione quasi di paura del futuro. Lei che è un tifoso cosa può dire ai tifosi? “Vorrei utilizzare le parole di Daniele: domani il vento soffierà di nuovo. La Roma sta cercando di trovare la sua via, lo stadio è lo scoglio più importante non solo per la Roma ma per tutte le squadre che vogliono fare uno stadio nuovo e più moderno, sennò rimaniamo sempre indietro agli altri campionati. Mi auguro che al più presto possa costruire la casa giallorossa.”
Definisce con un termine la sua seconda avventura? “Mi reputo una persona fortunata, da bambino sognavo di venire in questo stadio. Mi batteva solo il pensiero di giocarci. Poi ho avuto la fortuna di allenarla, di ritornare… Cosa posso chiedere di più? Sono contento di essere tornato a casa, mi dispiace di non essere riuscito nell’impresa di portare la squadra in Champions. Vado via soddisfatto e convinto di aver fatto il massimo.”
Non so se è strano o giusto che non ci sia Pallotta stasera. Cosa risponderebbe se la chiamasse stasera? “Non potrei dire “amore” … (ride, ndr) Lo stadio era pieno di amore per Daniele, credo che avrà visto la partita in diretta dall’America e avrà capito cosa significa essere presidente della Roma. Capisco anche la mentalità degli imprenditori, devono saper gestire un’azienda che è molto difficile nella programmazione, nella scelta di allenatori e giocatori in tutte queste cose qui. Basta un nulla per sbagliare e chi paga le conseguenze non sono solo i tifosi ma anche la presidenza. Non parlo di Pallotta nello specifico, parlo di tutti i presidenti, che siano americani, russi o arabi. Quando ci saranno 20 grossi magnati, sempre uno vincerà lo scudetto e tre retrocederanno. L’importante è avere una via maestra da seguire, nonostante delle ‘buche’ e delle correzioni che vanno prese. Questo è il calcio e bisogna essere sempre fiduciosi. Ci sono squadre che non possono investire, alla Roma c’è invece un presidente che sta cercando di fare le cose fatte bene. Magari i tifosi vogliono soltanto vedere le novità sul terreno di gioco ma devo dire che dietro c’è una struttura che funziona.”
FONTE Redazione Tutto AS Roma dall’inviato Roberto Molinari