Un assente di lusso. Nella serata in cui De Rossi ha smesso di indossare la maglia da calciatore della Roma, uno degli attori non protagonisti è stato suo malgrado Pallotta, che ha seguito il match dagli Stati Uniti. I tifosi, sin dalle prime ore del 14 maggio, giorno dell’annuncio della scelta societaria di non continuare il rapporto sul campo con DDR, hanno contestato il presidente americano, individuato come principale responsabile per l’arrivederci del capitano.
E, dopo le contestazioni a Trigoria e sotto la sede del club all’Eur, non si sono risparmiati anche prima, durante e dopo Roma-Parma. A poche ore dal fischio d’inizio di Mazzoleni, i Fedayn hanno affisso uno striscione polemico sui muri di Piazza Mancini, aprendo le danze della protesta: “Su stemma e caroprezzi temi a noi cari hai pensato solo ai tuoi sporchi affari. Giù le mani della nostra passione.
Buffone”. Il contrasto tra gli ultras, seguiti da praticamente tutti i 62mila presenti al Foro Italico, e Pallotta è poi continuato all’interno dello Stadio Olimpico, con i soliti cori di critica intonati sin dal momento in cui De Rossi e compagni sono scesi in campo per il riscaldamento pre-partita. Oltre al numero uno della società, invitato a vendere, i tifosi, che hanno alternato il sostegno alla squadra alle manifestazioni di dissenso, hanno preso di mira il vice-presidente Baldissoni e ‘l’eminenza grigia’ Baldini, accusato di essere il vero mandante del non-rinnovo a De Rossi.
Da segnalare una particolare forma di protesta di alcuni dei presenti in curva, che hanno sventolato una bandiera dei Los Angeles Lakers, esponendo poi sulla vetrata altri simboli della squadra di basket della città degli angeli. La franchigia californiana è l’acerrima nemica e storica rivale in NBA dei Boston Celtics, di cui Pallotta ha una quota di minoranza dal 2002. Durante la gara non sono stati esposti altri striscioni contro il presidente, che oggi dovrebbe parlare, affrontando tutti i temi caldi e spiegando la sua verità. L’altra nota stonata della serata è il caso Dzeko, sostituito da Ranieri nel corso della ripresa.
L’attaccante bosniaco, probabilmente alla sua ultima con il numero 9 della Roma sulle spalle, non ha gradito il cambio e si è resto protagonista di un gesto di stizza, sputando in aria mentre lasciava il campo. Il centravanti, che ha chiuso la stagione con appena 9 gol in campionato e 5 in Champions League, è stato quindi fischiato da parte del pubblico, rispondendo con un applauso ironico prima di dare il cinque a Schick.
Il resto dello stadio, compreso il cuore del tifo della Sud, ha capito il momento difficile ed ha alzato cori di sostegno per Dzeko, che non ha stretto la mano a Ranieri. Di certo un addio da non ricordare.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora